Giovanni Seu
La Giornata Pisurziana è nata con due obiettivi: creare un momento dedicato alla poesia sarda e un'occasione d'incontro. Entrambi sono stati colti lo scorso 24 agosto a Bantine, da otto anni sede consueta dell'evento culturale.
Sul piano artistico il reading si è rivelato un perfetto amalgama di poeti con storie e percorsi diversi: autori affermati come Falconi, Mura e Fogarizzu si sono alternati con altri più giovani rendendo la serata briosa e mai sottotono. Sono stati proprio questi ultimi la vera sorpresa: pur estranei ai canali ufficiali della poesia, senza pubblicazioni se si eccettua qualche comparsa sui social, si sono rivelati capaci di affrontare temi delicati con versi di grande impatto. È emersa una capacità di studio della lingua, il sardo logudorese adottato da tutti i partecipanti, un lavoro sul ritmo e in alcuni casi persino della metrica, a significare la grande importanza che riveste il versificare per persone che con notevole mode-stia si considerano poeti dilettanti.
Anche le tematiche recitate non hanno avuto niente di scontato, dai sentimenti più profondi dell'uomo si è passati alla questione delle pale eoliche: un cenno particolare lo meritano le donne, Angela Falchi e Paola Bellu con i loro testi dal carattere femminile e la recitazione appassionata sono riuscite a toccare le corde più profonde del pubblico. Un'altra menzione va fatta per Carmela Arghittu, presenza storica della Giornata Pisurziana, che ha interpretato le opere di Mura e Angelo Carboni che non hanno potuto essere presenti. E non ci si può dimenticare di Luisella Pittalis che ha accompagnato con la chitarra la recita di alcuni passi e deliziato il pubblico con Feminas, una sua canzone.
L'altro successo riguarda la partecipazione del pubblico, non solo numeroso ma anche emotivamente coinvolto dal susseguirsi di interventi imprevedibili, in molti è prevalso lo stupore di constatare qualità poetiche di cui non si era mai sospettato. Per usare un'espressione desueta si può dire che è stata una festa di popolo, realizzata da gente di estrazione diversa riunita da una manifestazione artistica. Altro aspetto da sottolineare il grande impegno profuso nell'organizzazione della kermesse che, anche stavolta, si è basata sui volontari.
S'andala 'e sa poesia in Patada, questo il titolo della Giornata dedicata ai poeti contemporanei pattadesi, suggerisce una riflessione che va oltre i contenuti emersi a Bantine.
In un memorabile intervento nella II Giornata Pisurziana Bachisio Bandinu affermò che in ogni sardo c'è un poeta, una dichiarazione forte, al limite della spacconeria, che però il 24 agosto ha avuto i suoi riscontri. Pattada conta 3 mila abitanti ma riesce ad esprimere ben 12 poeti di ottimo valore che si esibiscono in una sera d'estate, non è poco e non basta la grande tradizione del passato – Pisurzi, Luca Cubeddu, Limbudu, Monzitta e tanti altri – per spiegare un livello così elevato. C'è un animo poetico vivissimo che si sviluppa all'interno delle famiglie - a Bantine c'erano ben 4 fratelli tutti poeti - e al tempo stesso silenzioso che batte all'interno della comunità ma non sempre trova il modo di diventare pubblico.
È stato perciò puntuale, alle fine del reading, l'intervento del presidente del Premio Logudoro di Ozieri Gavino Contu che ha riconosciuto e lodato il genio poetico di Pattada ma ha anche ammonito affinché non resti confinato nel chiuso delle case e delle famiglie: c'è un patrimonio che dev'essere valorizzato, un po' di coraggio è d'obbligo per portare questa forma di arte oltre il paese.
L'esperienza di questa estate può stimolare la presa di coscienza che si può osare, andare oltre i confini che per diversi motivi non sono stati mai oltrepassati.
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