A quarant'anni dalla morte

Un convegno ricorda a Sassari Enrico Berlinguer
Quarant'anni senza Berlinguer: così l'Associazione 25 aprile, guidata dal giornalista e scrittore Vindice Lecis, ha intitolato il convegno dedicato a una riflessione sulle «idee, l'eredità e i "pensieri lunghi" del segretario del PCI», tenuto il 17 maggio a Sassari nei locali della Biblioteca Universitaria, con la partecipazione di un numeroso pubblico che non ha tro-vato spazio nella sala e si è accalcato nei corridoi e nelle scale.
Dopo l'introduzione di Vindice Lecis sono intervenuti, come da programma, lo storico Alex Hobel, docente dell'Università di Sassari, e l'ex parlamentare e dirigente comunista Gavino Angius.
La lunga e dettagliata relazione di Angius, in particolare, ha aggiunto alla dimensione storica tracciata da Hobel la dimensione politica e umana di un dirigente che ha lavorato per anni a fianco di Berlinguer.
Angius, dopo aver parlato degli anni sassaresi di Berlinguer, ha ripercorso i principali snodi politici dei dodici anni di segreteria dal 1972 all'ultimo comizio di Padova del 1984: dal compromesso storico al distacco dall'URSS, dai fatti del Cile alla questione morale, dall'eurocomunismo alla battaglia per la scala mobile, dal tentativo di omicidio in Bulgaria alla creazione di un grande partito come intellettuale collettivo fino alle importanti riforme introdotte in Italia in quegli anni (sistema sanitario nazionale, equo canone, regioni, ecc.).
Più volte è stata sottolineata l'attualità del pensiero di Berlinguer, in una società che si trova ancora alle prese con quei probemi: c'è ancora tanto dell'eredità politica di Enrico Berlinguer che oggi può guidare le scelte di chi vuole impegnarsi in politica.
Nella sua intuizione - espressa con coraggio davanti ai potenti dirigenti sovietici - della stretta connessione tra socialismo e democrazia, in alternativa al regime oppressivo del socialismo realizzato nei paesi del blocco sovie-ico, sta l'originalità della ela-borazione del più grande partito comunista occidentale. Il sistema capitalistico - che continua a presentarsi come senza alternative, attraverso un potente azione di disinformazione - resta l'avversario da battere, per superare disuguaglianze e ingiustizie sociali, ma questo deve avvenire in un contesto internazionale multipolare: valeva quando a confrontarsi erano i due blocchi avversari della guerra fredda, vale ancora di più oggi che paesi che hanno due terzi della popolazione mondiale e producono il 50% del PIL tentano di superare l'unilateralismo subentrato al crollo dell'impero sovietico. L'Europa dorebbe ritagliarsi un ruolo politico, in questo contesto. E vale la pena di ricordare che la morte di Berlinguer avvenne alla vigilia delle elezioni per il parlamento europeo, in quel 1984 ancora segnato dal terrorismo rosso e nero che avevano come comune obiettivo - ha ricordato Angius - quello di impedire che il partito comunista contribuisse al governo del paese.