Ancor scontro sulle pale

30.11.2024

Con un ritardo di oltre due mesi rispetto alla richiesta di convocazione straordinaria e urgente presentata dal gruppo consiliare di minoranza per discutere sull'individuazione delle aree idonee e non idonee all'installazione di impianti da fonti rinnovabili nel territorio comunale di Pattada, nella serata del 18 novembre, si è riunito il Consiglio comunale, per discutere un nutrito ordine del giorno.

La seduta è stata presieduta dal consigliere anziano Carlo Pastorino, per l'assenza del Presidente del Consiglio Gianfranca Amadu.

Tra i punti all''OdG, due, in particolare, hanno acceso la discussione tra i due gruppi consiliari: il primo, riguardante la necessità di deliberare sull'ottemperanza alla sentenza del Consiglio di Stato relativa agli espropri del Piano di Zona 167, in zona Binza 'e cheja; il secondo, quello collegato alla questione delle aree idonee/non idonee all'installazione delle pale eoliche nei terreni soggetti ad usi civici.

Sul primo punto il Sindaco ha ricordato che i problemi legati alle procedure espropriative relative ai terreni del Piano di Zona, individuato a Binza 'e cheja, risalgono ad oltre 40 anni fa, attribuendo delle responsabilità a scelte di precedenti Amministrazioni, senza però indicare in modo preciso riferimenti e motivi di queste responsabilità. Dopo la sentenza del Consiglio di Stato del 2022, con la quale si ordina al Comune di Pattada di ottemperare alla stessa entro il termine di novanta giorni per «decidere se restituire l'area occupata oppure adottare il provvedimento acquisitivo ai sensi dell'art. 42-bis del DPR 327 del 2001», il Consiglio comunale deve decidere, non essendo più possibile restituire l'area occupata, il pagamento degli oneri di espropriazione, sulla base di una stima dell'indennizzo per il pregiudizio patrimoniale e non patrimoniale relativa all'acquisizione coattiva degli stessi terreni, stima redatta dall'agronomo Giovanni Lai, incaricato dallo stesso Comune di Pattada.

Il Sindaco, dando atto alla Amministrazione guidata da Mario Deiosso di aver accantonato a suo tempo la somma di 350 mila euro per affrontare il problema, ha quindi chiarito che si intende procedere alla chiusura dello stesso mettendo a disposizione altri 500 mila euro dai fondi disponibili in bilancio, senza ricorrere all'assunzione di alcun mutuo, valutando anche la possibilità di richiedere fondi regionali disponibili per gli Enti Locali per il risanamento di simili situazioni, e recuperare così le somme impegnate.

Il capogruppo della minoranza, Renzo Canalis, ha però contestato al Sindaco il fatto che, durante gli ultimi dieci anni della sua amministrazione, non abbia mai portato la questione all'attenzione del Consiglio comunale, per discuterne e trovare le soluzioni più adeguate, chiedendo poi ragione del ritardo di due anni rispetto alla pubblicazione della sentenza del Consiglio di Stato.

Alla fine della discussione il Consiglio comunale ha poi deliberato, all'unanimità, l'ottemperanza a quanto stabilito dalla sentenza.

Il Consiglio ha quindi provveduto a deliberare l'approvazione di alcune variazioni al bilancio, al Piano triennale per le Opere Pubbliche, al DUP (documento unico di programmazione), e alla Mozione del gruppo di minoranza sui temi della Palestina, sulla base del documento approvato dal Consiglio regionale.

La discussione si è di nuovo accesa durante la discussione sulla richiesta di convocazione straordinaria e urgente del Consiglio, presentata dai consiglieri della minoranza nel mese di settembre.

Il capogruppo Canalis ha subito denunciato il mancato rispetto delle regole stabilite dallo Statuto e dal Regolamento del Consiglio, che prevedono la convocazione entro i termini di 20 giorni, chiedendo di spiegare i motivi di questa grave omissione.

Il Presidente pro-tempore Pastorino ha dovuto dare atto di tali ritardi, ma, non essendo presente la Presidente Gianfranca Amadu, non ha fornito precise motivazioni sulle cause degli stessi ritardi.

Il consigliere Canalis ha quindi rilevato che in Consiglio comunale è mancato un confronto sulle questioni relative ai progetti di installazione delle pale eoliche poiché non è stato mai posto nelle condizioni di discuterle nel merito. Per questi motivi il gruppo di minoranza ha chiesto allo stesso Consiglio di esprimersi sulle aree idonee e non idonee per tali progetti, con la presentazione di una mozione sulla quale deliberare.

Con questa mozione, «rilevato che l'installazione degli stessi impianti, oltre che essere in contrasto con numerose norme sulla tutela ambientale e paesaggistica, come risulta dalle osservazioni presentate in sede di VIA dalla Regione Sardegna, dagli Uffici Forestali della stessa Regione, da diverse associazioni, comitati e cittadini, provocherebbe gravissimi danni paesaggistici e ambientali al patrimonio comunale di Pattada; richiamato quanto previsto dal disegno di legge in discussione e in fase di approvazione da parte del Consiglio Regionale della Sardegna, "Misure urgenti per l'individuazione di aree e superfici idonee e non idonee all'installazione e promozio-ne di impianti a fonti di e-nergia rinnovabile, e per la semplificazione dei procedi-menti autorizzativi" (in particolare l'allegato C sulle aree non idonee all'installazione di impianti eolici nelle zone gravate da usi civici), secondo il quale il territorio comunale di Pattada non risulterebbe come zona idonea all'installazione di impianti eolici; Rilevato necessario, oltre che urgente, che il Consiglio comunale si pronunci in merito alle aree idonee e non idonee all'installazione di impianti da fonti rinnovabili nel territorio comunale soggetto ad usi civici" lo stesso Consiglio Comunale è stato chiamato a deliberare che "il territorio comunale di Pattada soggetto ad usi civici non è idoneo all'installazione di impianti eolici".

La maggioranza consiliare, evitando ancora una volta di esprimere una precisa posizione in merito all'installazione delle pale eoliche nel territorio comunale di Pattada, soggetto ad usi civici, ha sostenuto che, con l'approvazione della mozione, non si potrebbe procedere alla consultazione della cittadinanza come sostenuto nelle varie sedi. Il Consiglio ha quindi deliberato, con 6 voti contrari e 2 favorevoli, di non approvare la mozione. (gt)


SIPARIETTO

Dopo la conclusione della riunione del Consiglio comunale, alcuni componenti della Redazione di Prospettive e del Comitato No in Palas Nostras contro la speculazione energetica, sono stati coinvolti in un simpatico "siparietto" con il Sindaco Angelo Sini, e l'Ass.re Carlo Pastorino, che si sono avvicinati nella zona riservata al pubblico.

Riferendosi alle dichiarazioni durante la discussione sulla mozione appena respinta, relativa alla deliberazione sulle aree idonee/non idonee nei terreni gravati da usi civici, alcuni dei presenti chiedevano informazioni sui tempi del referendum di cui si era parlato negli ultimi mesi per far esprimere la cittadinanza sui progetti presentati per l'installazione delle pale eoliche nel territorio comunale.

Durante questo estemporaneo siparietto, Sindaco e Assessore hanno però sostenuto di non aver mai parlato di referendum ma di pubblica consultazione e che, appena possibile, sarà chiesto al Consiglio di approvare il quesito da presentare ai cittadini di Pattada durante questa consultazione.

Essendo ormai trascorso moto tempo dal 17 luglio, data della pubblica assemblea convocata dal Sindaco per illustrare il progetto delle pale eoliche, sono possibili difetti di memoria.

Per questo la redazione di prospettive ha rivisto e consultato i materiali audio/video di quella giornata, che sono a disposizione di chiunque. Risulta che è stato proprio qualche amministratore comunale a pronunciare il termine referendum, nella previsione di una possibile consultazione dei cittadini, sia in qualche video registrato dai cittadini presenti, sia come riportato nel servizio sull'evento andato in onda sul TG dell'emittente sarda Videolina.

In conclusione, qualunque sia lo strumento tecnico-giuridico scelto per consultare i cittadini di Pattada, sarà, comunque, altamente probabile che l'eventuale consultazione possa essere del tutto inutile, alla luce della prossima approvazione della nuova legge regionale sulle aree idonee/non idonee in discussione, che indica come non idonee per l'installazione di impianti eolici le terre soggette ad usi civici.