Appuntamenti con la storia

Dal Moby Prince all'Afghanistan. Ripercorrere i drammi per capire la realtà
La voce impastata da decenni di sigarette e cronache dal fronte. Una barba antica. L'insospettabile umorismo schermato da una friulanità burbera e schiva e tradito dai guizzanti occhi azzurri, incorniciati da occhiaie appesantite da una vita trascorsa a documentare drammi umani e tragedie globali. Uomo libero, Toni Capuozzo, che il 22 settembre ha raccontato a Pattada il suo Afghanistan nel convegno organizzato dall'associazione culturale S'Alvéschida. L'appuntamento all'hotel La Pineta col reporter di guerra, che ha seguito la missione Nato contro al-Qaida, ha favorito un intenso momento di riflessione generato dalla madre di tutte le domande: ne valeva la pena? Interrogativo impietoso a fronte dei numeri dopo 20 anni di guerra: oltre 172.200 vittime (47mila civili) e il fardello di migliaia di soldati e di miliardi di dollari persi dai governi occidentali.
Capuozzo ha ripercorso dinamiche e contraddizioni della questione afghana, mettendo in ordine in maniera illuminante vicende complesse e divisive.
Il 24 settembre, al cinema S. Croce, il convegno Moby Prince 30 anni dopo promosso dal Comune di Pattada. Prezioso il contributo fornito da Silvio Lai, presidente della Commissione di inchiesta in Senato sul disastro del 10 aprile 1991, quando al largo del porto di Livorno il traghetto diretto a Olbia impattò con la petroliera Agip Abruzzo per cause non chiare. Le vittime 140, fra cui il pattadese Tonino Sini.
Lai, affiancato dal presidente di Anci Sardegna Emiliano Deiana, ha dato conto di quanto emerso dai lavori di ricerca e verifica rispetto alla più grave tragedia della marina mercantile dal dopoguerra. A rendere più arduo il compito della Commissione la selva di menzogne e depistaggi che caratterizzarono fin da subito le indagini avviate all'indomani dell'incidente.
Pietro Lavena