Appunti di viaggio
Cronaca dalla Polonia della nostra redattrice, Giulia Fogarizzu, che soggiornerà a Wrocław (Breslavia) per qualche mese.

A dicembre ho finito (si fa per dire) il mio percorso di studi, ma avevo lasciato aperta la porta dell'Erasmus, con la possibilità di svolgere un tiroci-nio all'estero anche dopo la laurea. Sembrava che la pandemia stesse chiu-dendo questa porta prima di poterla var-care e dopo una serie di e-mail, richie-ste, permessi, assicurazioni, in una setti-mana (record!) ho completato tutti gli aspetti burocratici. Quindi, pronta a par-tire per la Polonia, precisamente a Bre-slavia (o meglio...Wrocław).
Il viaggio Pattada-Wrocław non è stato banale (come i normali viaggi nell'era della globalizzazione) per via delle re-strizioni Covid-19. Autocertificazioni su autocertificazioni, lunghe code ai con-trolli di sicurezza, insomma l'aria non era proprio rilassata. Dopo circa 18 ore di viaggio, scesa dal treno, ad acco-gliermi nella colorata città c'era il ca-ratteristico vento del nord, quello pun-gente. Witamy we Wrocławiu!
La città non è nuova per me, avevo già vissuto qui due anni fa, ma ritornarci era inaspettato, non sapevo bene cosa avrei trovato rispetto a quello che avevo la-sciato. Dopo un po' di riposo, la mattina seguente suona la sveglia... il traffico! Tra lockdown e vita in paese non ri-cordavo neanche più cosa fosse. Così e-ra giunto il momento di dare uno sguar-do là fuori. Costeggiando il fiume Odra (sotto il sole, che fortuna!), mi sono di-retta verso un bellissimo mercato al co-perto per comprare le cose necessarie a sopravvivere nel dormitorio. Arrivata lì, poteva sembrare lo stesso di sempre, ma molte serrande erano abbassate e dei cartelli avvertivano i clienti che l'eser-cizio sarebbe rimasto chiuso fino a nuo-vo ordine. Anche Wrocław si è fermata, o meglio ha rallentato, godendo di un buon status economico, secondo solo a Varsavia. Da sempre la città mi ha affascinato per il suo dinamismo, che non è un dinamismo frenetico, ma attivo e rilassato. La pandemia anche qui sta lasciando il segno, ma il formicolio di fondo si sente ancora e si prova a con-vivere con questo virus. Obbligo di ma-scherina nei luoghi pubblici (molti in realtà indossano quelle di tessuto, infatti è solo raccomandato l'uso delle ma-scherine chirurgiche o ffp2), mezzi pub-blici a mezzo carico (ma avendo inve-stito da anni in questi, il problema dei trasporti non è stato insormontabile come quello italiano); i luoghi di cultura sono aperti (ovviamente con tutte le nor-me del caso), ma rimangono ancora chiusi ristoranti e pub, ai quali è consen-tito solo l'asporto o le consegne a domi-cilio. Sfortunatamente, il mio ristorante preferito non fa consegne a domicilio, quindi dovrò aspettare per mangiare i loro fantastici pierogi, con la speranza di poterli mangiare lì, ovviamente.
Giulia Fogarizzu