Cosa succede in Corsica?

Nelle scorse settimane la Corsica è stata teatro di accese proteste e manifestazioni in numerose città, fra le quali Corte, Bastia e Ajaccio. Decine di migliaia di persone si sono riversate per le strade e piazze dell'isola al grido di «Statu francese assassinu!». Eppure, tutto ciò qui da noi è passato in sordina, nella più totale indifferenza sia da parte delle maggiori testate nazionali che dei telegiornali, quasi si trattasse di una notizia scomoda. Ma cosa è successo esattamente?
Tutto è cominciato con la violenta aggressione all'indipendentista Yvan Colonna, avvenuta il 2 Marzo 2022 nel carcere di Arles in Francia ad opera di un altro detenuto, tale Franck Elong Abé. Colonna è stato poi ricoverato in gravissime condizioni prima presso l'ospedale cittadino e poi presso quello di Marsiglia, venendo poi falsamente dichiarato morto dalla polizia e dal ministero. In realtà il detenuto era ancora in coma ed è morto circa tre settimane più tardi, il 21 marzo, all'età di 61 anni. Ma la cosa più eclatante è che Colonna sarebbe stato soccorso solo dopo otto minuti, nonostante fosse in regime di sorveglianza speciale e dunque costantemente ripreso dalle telecamere. Queste circostanze hanno fatto sorgere il sospetto che il pestaggio sia stato tollerato dalla direzione del penitenziario, ecco il perché di una reazione così vigorosa da parte dei corsi.
Ma chi era Yvan Colonna?
È stato un attivista politico e militante indipendentista corso, molto vicino al movimen-to nazionalista FLNC (Fronte di Liberazione Naziunale Corsu). Nel '97 fu coinvolto nell'attacco alla gendarmeria di Pietrosella, nella quale furono rubate numerose armi da fuoco. Tra queste, anche l'arma in seguito usata dagli indipendentisti del FLNC per uccidere il prefetto francese Claude Érignac nel febbraio 1998. Colonna venne accusato dell'omicidio, anche se le dinamiche del delitto non furono mai chiarite del tutto. Si diede perciò alla fuga il 23 maggio 1999, diventando l'uomo più ricercato di Francia; venne catturato quattro anni dopo in un ovile a Olmeto e trasferito nel carcere di La Santé a Parigi.
Colonna si è sempre dichiarato innocente lottando strenuamente per difendere la propria causa, sin dal primo giorno del suo arresto, quando l'allora ministro dell'interno Nicolas Sarkozy dichiarò pubblicamente: «La polizia francese ha appena arrestato Yvan Colonna, l'assassino del prefetto Érignac», andando a ledere la presunzione di innocenza e l'azione legale di Yvan. Denunciò con forza tutte le irregolarità e incongruenze del sistema giudiziario francese, ma invano. A nulla sono valsi i suoi appelli ai Tribunali Internazionali, se non a rinviare il verdetto finale: Colonna fu dichiarato colpevole e condannato all'ergastolo il 13 dicembre 2007, sentenza poi riconfermata, dopo un ulteriore appello, il 20 giugno 2011. Per tutti questi motivi molti corsi hanno provato un forte sentimento di ingiustizia e indignazione e hanno sempre visto Yvan Colonna come una vittima dello Stato Centrale e come un prigioniero politico. Oltretutto le autorità francesi hanno sempre ignorato la richiesta di trasferimento di Colonna in un carcere isolano, puntualmente respinta da Parigi nonostante fosse appoggiata sia dall'Assemblea regionale che da numerosi deputati e sindaci.
La morte di Colonna ha risvegliato il popolo corso e riacceso gli animi indipendentisti: le recenti manifestazioni sono state le più partecipate dagli anni '80 e alcune sono degenerate in vere e proprie sommosse, con violenti scontri tra polizia e manifestanti. Nell'assalto alla Prefettura di Bastia del 13 marzo, centinaia di ragazzi incappucciati si sono scagliati contro l'edificio a suon di pietre, spranghe e molotov; la polizia ha reagito con idranti, granate stordenti e quantità industriali di lacrimogeni. Tuttavia, l'ondata di rabbia non coinvolge solo i nazionalisti, ma anche movimenti di sinistra, ecologisti e giovanili. Il 4 marzo, marittimi e portuali hanno risposto all'apello del Sindicatu di li Travagliadori Corsi, impedendo lo sbarco di un reparto speciale di polizia inviato ad Ajaccio e costringendo il traghetto a tornare a Tolone.
«Questo può essere compreso solo alla luce di sei anni di aspettative deluse e frustrazioni. Da quando i nazionalisti sono andati al potere nel dicembre 2015, lo Stato non ha mai preso seriamente in considerazione le loro richieste, spesso ispirate allo status dei territori francesi d'oltremare», afferma Andrea Fazi, politologo dell'Università Pasquale Paoli di Corti. Il caso Colonna è stata la classica goccia che fa traboccare il vaso; ha riportato a galla dissapori vecchi e nuovi, ma soprattutto ha dato un nuovo impulso alle spinte autonomiste dei corsi. Macron (in piena campagna per le presidenziali...) ha dato qualche timido segnale di apertura alle richieste degli autonomisti, ad esempio concedendo ad Alain Ferrandi e Pierre Alessandri, condannati come complici di Colonna nell'omicidio Érignac, il trasferimento nel carcere corso di Borgo già nel mese di aprile. Inoltre, per la prima volta nella storia dello Stato francese, il Primo Ministro Jean Castex ha dichiarato ufficialmente di essere aperto a un dialogo per la concessione di una vera Autonomia. Il FLNC respinge in tronco le lievi concessioni di Macron, considerate insignificanti, e minaccia il ritorno alla lotta armata, abbandonata nel 2014. Ad alimentare ulteriormente il malcontento nei confronti sia della Francia che delle autorità locali contribuiscono poi i problemi economici e sociali. Spiega il professor Fazi: «Dagli anni 2000, il PIL e l'occupazione sono cresciuti significativa-mente, ma l'economia è do-minata da quattro settori - turismo estivo, edilizia, immobiliare e commercio al dettaglio - che creano crescita, ma hanno un pesante impatto ambientale e impiegano molto personale precario, poco qualificato e mal pagato». Insomma, quanto sta accadendo a casa dei nostri cugini isolani è tutt'altro che scontato e merita sicuramente maggiori attenzioni: la morte di Colonna rischia seriamente di lasciare un segno molto profondo nel processo di autodeterminazione della Corsica.
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Enrico Cicilloni