Don Giuseppe Me Cossu: un curato di campagna

Don Giuseppe Me Cossu nasceva a Pattada il 11 maggio 1907; la sua famiglia abitava in una casa a due piani in via Pastrengo 52. Suo padre, Giacomo Me, rimasto vedovo della prima moglie dopo la nascita della primogenita Angela (1893), aveva sposato in seconde nozze Francesca Cossu-Deroma. La coppia ebbe altri sette figli: Antonia (1902), Tomaso (1904), Giuseppe, Caterina (1910), Tomaso (1915), Salvatore (1917) e un altro bambino morto appena nato. A parte Antonia e Giuseppe, tutti gli altri figli morirono in tenera età come spesso purtroppo capitava all'epoca.
Giuseppe fu battezzato da don Antonio Corrias nella chiesa di Santa Sabina ed ebbe come padrini Salvatore Virdis e Giuseppa Campus. Trascorse la sua infanzia a Pattada dove frequentò le scuole elementari sin dai 5 anni poiché un insegnante riconobbe in lui una viva intelligenza. Il suo primo maestro fu Francesco Sini che in seguito diventò suo padrino di Cresima, sacramento che ricevette a otto anni, nel 1915, dal Vescovo Carmine Cesarano. In quarta elementare, dopo la morte del suo maestro Antonio Sechi di Benetutti, cominciò a frequentare la scuola in maniera altalenante trascurando lo studio fino a ritirarsi. Bambino sempre vivace, accompagnava e aiutava spesso il padre nel terreno di famiglia a Bidducara o nella vigna a Liolco, nelle vallate del paese. Fu don Salvatore Satta a convincere i genitori a fargli riprendere gli studi per poi diventare sacerdote. Dopo due anni di assenza, rifrequentò la quarta elementare con il maestro Pietro Cadoni e, sia pur con fatica e con l'aiuto del maestro Domenico Cavalieri, si preparò all'esame finale che superò bene prima di accedere alla Prima Ginnasio.
Il 18 ottobre 1920 faceva quindi il suo ingresso nel Seminario Minore a Ozieri per poi trasferirsi al Seminario di Sassari nell'ottobre del 1925, anni in cui era forte la nostalgia del paese e della famiglia. Nel 1927 si trasferiva al Pontificio Seminario regionale sardo di Cuglieri di recentissima fondazione, con annessa Facoltà di Teologia sotto la direzione dei Padri Gesuiti e sotto il controllo diretto della Santa Sede, essendo la prima facoltà teologica pontificia extra urbem. Nel Seminario di Cuglieri viene ordinato sacerdote il 24 luglio 1932 a 25 anni. La famiglia organizzò una festa in suo onore nel paese a cui partecipò il numeroso parentado. Il 26 luglio celebrava la sua prima Messa a Pattada nella cappella dell'asilo Sant'Anna e il 28 luglio seguente nella Cattedrale di Ozieri.
Il primo ottobre 1932 il Vescovo di Ozieri lo nominava viceparroco a Burgos dove resta sino al 15 settembre del '34. Segue quindi l'incarico di viceparroco a Berchidda (1.10.34 - agosto 1936) ad affiancare il parroco don Pietro Casu, e infine quello di Cappellano nel piccolo borgo di Foresta Burgos dal 14 agosto 1936. Vi fu inviato da Monsignor Igino Serci, Vescovo di Ozieri, cedendo alle cortesi ma tenaci richieste dell'allora Comandante Alessandro Aporti, il quale implorava l'arrivo di un giovane e dinamico sacerdote, capace di coinvolgere e motivare la gioventù e l'intera comunità.
Don G. Me Cossu restò a Foresta per circa venti anni (dal 1936 sino al 1956) impegnandosi tenacemente, con tutte le sue energie, per il bene spirituale e sociale della popolazione del borgo, allora molto eterogenea e di varie estrazioni sociali e culturali, essendo composta da militari, impiegati civili e operai con le rispettive famiglie, provenienti da tutta la Sardegna e da diverse regioni dell'Italia.
Gli anni di presenza nel villaggio di don Me Cossu furono ricordati come il periodo d'oro di Foresta. Tra le altre cose, contribuì a far realizzare l'asilo, alla nascita della locale sezione dell'Azione Cattolica, con le varie sezioni distinte per fasce d'età, all'apertura della Colonia Montana nella seconda metà degli anni Trenta, all'organizzazione delle giornate di preghiera diocesane o di quelle Mariane dell'Azione Cattolica. Era un sacerdote molto presente e attivo, specie con i giovani, sempre pronto all'ascolto e al conforto; la sua dimora divenne un punto di ritrovo costante della gioventù e dei forestani. Si occupava, inoltre, del locale cinema selezionando i film da proiettare. Appassionato di musica classica e lirica, suonava l'armonium della chiesa di Foresta, cantava molto bene e preparava i ragazzi al canto organizzando cori maschili, femminili e misti. Il cappellano don Me Cossu risiedeva stabilmente a Foresta tutto l'anno. Inizialmente viveva in un appartamento prossimo alla chiesa insieme alle sorelle, Antonina e Angela, che lo aiutavano nelle varie incombenze domestiche e della cappellania; nel 1943 si trasferirono nella cosiddetta canonica, prossima alla chiesa, edificata nei primi anni del Novecento e restaurata negli anni Trenta.
"Gli anni del servizio pastorale di don Me Cossu sono ricordati come un periodo ricco di iniziative, volte a migliorare la vita sociale e spirituale di tutta la comunità, reso in forma di un autentico apostolato missionario. Istituì le Giornate Mariane, gli incontri periodici di meditazione religiosa con momenti di preghiera ma anche di convivialità e allegria con le vicine comunità di giovani di Bono, Bottida, Burgos, Esporlatu, Illorai. Ogni settimana il sacerdote recapitava alle famiglie del borgo il settimanale "La voce del Logudoro" e per i più piccoli il "Vittorioso" che io aspettavo con ansia e leggevo avidamente, affascinata dalle illustrazioni di Jacovitti. Tutto ciò denota quanto don Me Cossu tenesse alla formazione e all'arricchimento culturale dei bambini e dei giovani, oltre che alla loro educazione spirituale in attesa di maturare i tempi dei Sacramenti. La medesima alacrità di formazione spirituale e la volontà ferrea di coinvolgimento religioso la indirizzò sempre anche verso gli adulti, uomini e donne". (Testimonianza orale della Signora Renza Brundu, Forestana).
Dopo la chiusura del Centro Rifornimento Quadrupedi dell'Esercito, nel 1954, don Giuseppe rimase ancora in servizio a Foresta, volontariamente e senza retribuzione, per i pochi abitanti rimasti nel borgo sino all'aprile del 1956. Possiamo dire che gran parte della sua vita da religioso fu consacrata al Centro di Foresta a cui si dedicò con dedizione, abnegazione e tanti sacrifici, spostandosi generalmente a piedi, più raramente a cavallo, tra il Centro e i suoi vari distaccamenti, compresi gli stazzi del circondario (Oddorai, Su Canale, ecc) per andare a trovare tutti gli abitanti dislocati, dire messa o portare conforto nelle situazioni più critiche. Persona umile, socievole e sempre disponibile, era anche molto ospitale non solo verso i parenti ma anche verso amici o conoscenti che si recavano a Foresta a rendergli visita. Sempre legatissimo a tutto il parentado di Pattada, riceveva spesso le loro visite che ricambiava frequentemente cogliendo anche l'occasione di dire messa nelle varie chiese del paese o in quelle campestri. Chiusa l'epoca di Foresta Burgos, don Me Cossu fu incaricato come sacerdote nelle borgate della bonifica agraria dell'ETFAS, nella piana intorno a Ozieri, per accudire le anime che abitavano le case coloniche; inoltre, fu nominato Canonico effettivo della Cattedrale di Ozieri con Bolla Vescovile del 1.04.1956. Morì a 67 anni, il 15 agosto 1973, in seguito ad un'inguaribile e rapida malattia.
Don Giuseppe è sepolto a Pattada accanto alla sorella Antonia nel primo quadrante sulla destra subito dopo l'ingresso del Cimitero.
A termine di questa storia in ricordo di don Me Cossu, tengo a precisare che tutte le notizie e informazioni sono frutto della consultazione di documenti e memorie, di testimonianze dirette e ricerche condotte durante la scrittura del volume "Foresta Burgos, terra di cavalli e soldati. Storia della sua comunità" di A. Cicilloni, ma anche di ricordi personali della scrivente essendo nipote del sacerdote. Infatti, don Me Cossu, malgrado il cognome, era cugino primo di mio padre: la madre Francesca Cossu era sorella di mio nonno paterno Salvatore che per un errore all'anagrafe, all'epoca assai frequenti, portava il cognome materno Corveddu. Don Giuseppe frequentava spessissimo tutta la famiglia Corveddu-Cossu, sempre presente a tutte le feste comprese quelle svolte in campagna in occasione ad esempio delle tosature. Conservo un bel ricordo di un uomo molto scherzoso, giocoso, allegro e affettuoso con noi bambini, un grande animatore delle feste familiari come lo fu da prete nel borgo di Foresta nei momenti conviviali, senza mai venir meno alla sua serietà di sacerdote con grande vocazione missionaria in quelle lande agricole, spesso distanti tra loro, del Goceano e in seguito nelle pianure del Monte Acuto e nelle case coloniche delle borgate ETFAS.
Eleonora Corveddu