Eletto il nuovo Parlamento

Con l'elezione dei due Presidenti è entrato nel pieno delle sue funzioni il nuovo Parlamento, uscito dalle elezoni del 25 settembre.
Gli elettori hanno espresso un voto chiaro, dando alla maggioranza di centrodestra (o, meglio, di destracentro) la maggioranza assoluta in entrambi i rami, Camera dei Deputati e Senato della Repubblica.
Se questo garantirà la stabilità da più parti auspicata lo si vedrà nel tempo: i numeri necessari ci sarebbero, ma sono già emersi i primi scricchiolii proprio durante l'elezione dei Presidenti.
Al Senato il Presidente, Ignazio La Russa di Fratelli d'Italia, è stato eletto senza i voti di Forza Italia, ma con il soccorso di una parte di quella che, in campagna elettorale, si era presentata come opposizione. Difficilmente si riuscirà a stabilire da dove provengano, visto che solo un senatore eletto all'estero al di fuori della coalizione vin-cente ha dichiarato il proprio voto per La Russa.
Alla Camera il dissenso sembrerebbe rientrato, avendo Forza Italia votato il Presidente concordato con gli altri partiti della coalizione, il leghista Lorenzo Fontana, già ministro della Famiglia nel governo Conte1 (giallo-verde) con esiti non proprio positivi se il quotidiano Avvenire, che con i temi di cui è portatore Fontana dovrebbe avere qualche dimestichezza, arriva a scrivere, nell'editoriale del 15 ottobre, che «il suo lascito da ministro della Famiglia non fu pari all'impegno annunciato».
La maggioranza di parlamentari ottenuta dal centrodestra non raggiunge la soglia necessaria per modificare la Costituzione senza passare per l'eventuale referendum confermativo, ma evidentemente sono presenti in Parlamento forze disponibili ad andare - secondo il costume italico - in soccorso del vincitore. Occorrerà perciò prestare la massima attenzione da parte delle opposizioni, se proveranno ad abbandonare i controversi temi dei diritti e torneranno a occuparsi delle disastrose condizioni economiche e sociali verso le quali è avviata l'Italia, per la quale si prevede un 2023 in recessione. Nonostante le rassicurazioni del presidente del Consiglio uscente, Draghi, ci aspetta un autunno caldo, soprattutto se farà freddo e non si riuscirà a scaldarsi per gli aumenti stratosferici delle bollette, che già chiamano in piazza centinaia di migliaia di italiani.
C'è poi il grande tema della guerra, dove i rappresentanti dei partiti eletti nel nuovo Parlamento non sembrano in sintonia con la volontà del Paese. Un tema sul quale non c'è un accordo totale nemmeno tra i partiti della maggioranza, con Giorgia Meloni scopertasi europeista e atlantista e Salvini che continua a criticare le sanzioni contro la Russia.
Di tutto questo parliamo, in questo numero, nel focus dedicato alle elezioni, nel nostro paese e nel territorio, dove emerge un dato che non può lasciare tranquilli: meno metà dei pattadesi non è andato a votare, ribaltando un costume di partecipazione dhe lo aveva sempre caratterizzato.
Del resto, se la partecipazione non è promossa attivamente e con costanza - e l'amministrazione comunale nel suo complesso non brilla sul tema - non ci si può lamentare tanto quando le persone smettono di occuparsi degli altri.