Grande è la confusione sotto il cielo

10.04.2021

Le difficoltà che i cittadini continuano ad affrontare di fronte alla grave situazione di rischio e di pericolo dovuta al Covid19, utilizzando i rimedi che la scienza è riuscita finora a mettere a disposizione, continuano a mettere in rilievo l'incapacità del sistema sanitario della Regione Sardegna di organizzare servizi e modalità coerenti e funzionanti.

In questa situazione, qualche volta, si posso-no verificare casi, kafkiani o pirandelliani, al limite del tragicomico, come è capitato ad un componente della redazione di prospettive: da cittadino diligente, secondo le notizie apprese in una tabella diffusa sui social, il 6 aprile ha contattato il centralino ATS di Ozieri, per la prenotazione del vaccino per i nati nel 1949. Una gentile operatrice ha risposto, però, che era necessario rivolgersi al Comune di Pattada per effettuare la prenotazione.

Una altrettanto gentile e incolpevole amministratrice, rispondeva, tuttavia, che il Comune di Pattada non aveva ricevuto le necessarie disposizioni operative dalle autorità competenti, come poi confermava anche il Sindaco Angelo Sini, che, abbastanza sconcertato, comunicava di essersi attivato per chiarire e risolvere l'incresciosa situazione.

Lo stesso redattore procedeva quindi a registrarsi nella campagna di vaccinazione della Regione Sardegna, ricevendo la comunicazione che sarebbe stato contattato dalla Azienda Sanitaria, per definire l'appuntamento per la somministrazione del vaccino.

Nella tarda serata dello stesso giorno, compariva nella bacheca Facebook del Sindaco un comunicato con le date e gli orari nei quali le varie classi di età - dal 1941 al 1949 - avrebbero potuto recarsi, senza alcuna prenotazione, all'HUB di Ozieri (nel quartiere fieristico di San Nicola) per essere vaccinati. Il comunicato precisava che «per velocizzare le operazioni di somministra-zione del vaccino, e ridurre i tempi di attesa» occorreva «arrivare all'HUB vaccinale muniti di documento di identità, consenso informato compilato, tessera sanitaria».

Il vaccino somministrato sarebbe stato quello della casa farmaceutica AstraZeneca.

Per tutti i soggetti fragili, la procedura sarebbe stata, invece, quella prevista da ATS-Sardegna la quale avrebbe fornito gli elenchi dei pazienti in possesso dei codici di esenzione rientranti nella categoria di estremamente fragili e il distretto sanitario avrebbe provveduto a contattarli per fissare l'appuntamento.

Appare del tutto evidente che anche la Regione Sardegna, pur utilizzando i cosiddetti migliori esperti sul mercato (che costano, come in altre Regioni, centinaia di migliaia di euro) non appare in grado di far funzionare il sistema sanitario, come dovrebbe essere suo compito istituzionale.

Un consigliere regionale di opposizione, che si occupa spesso di questioni di sanità che non funziona, sostiene: «Io credo che i vaccini vadano eseguiti in tutti i comuni, come è stato fatto per la prima fase. È meglio far spostare 4 operatori sanitari in un centro comunale o far spostare, in condizioni di gran-de disagio, centinaia di persone? È andato benissimo prima, quindi che senso ha cambiare?»

Appunto! È il sistema Sanità della Regione Sardegna che non funziona. E non solo...