Il coraggio del futuro

13.10.2020

Il documento programmatico del Presidente di Confindustria Carlo Bonomi, Il coraggio del futuro - Italia 2030-2050, è stato presentato il 29 settembre 2020. Al suo interno, in un paragrafo dal titolo Un mercato del lavoro più libero e leggero, si evidenzia come «occorra ripensare profondamente, rispetto all'attuale regolamentazione, l'apporto al mercato del lavoro che può derivare dall'utilizzo dei contratti flessibili»; e, ancora: «con il debito equilibrio, va reintrodotto un regime di maggiore libertà nell'utilizzo di tali contratti, anche valorizzando l'apporto che potrebbe dare, appunto, la contrattazione collettiva ad ogni livello» (con il ruolo del sindacato declassato da contraente sostanziale a utile apporto).

Un altro paragrafo titola Una gestione non traumatica della risoluzione del rapporto di lavoro per motivi oggettivi: tra le considerazioni in esso contenute ci si propone di «avere il coraggio di affrontare in modo equilibrato anche il tema dei licenziamenti per motivi oggettivi, in modo tale che non costituiscano più un elemento traumatico ma possano essere vissuti dal lavoratore in un quadro di garanzie tali da renderlo fisiologico nella vita lavorativa»; tutto ciò «azionando e potenziando le politiche di ricollocazione, per un reinserimento rapido nel mercato del lavoro».

«L'obiettivo finale è, dunque, quello di una gestione il più possibile non traumatica e non conflittuale di questo evento, risolvendo le divergenze con forme di conciliazione, che riducano anche il ricorso al sistema giudiziario».

Pur tenendo conto che le considerazioni programmatiche sopra citate sono parte di un documento lungo, complesso ed articolato, da leggere e comprendere nella sua interezza, non sfugge tuttavia, dalle poche frasi sopra riportate, la matrice ideologica che ancora caratterizza una certa parte del mondo politico ed imprenditoriale, che nulla ha a che fare con il coraggio, né tanto meno con il futuro.

Non vi è nulla di coraggioso nel ripiegare sulla precarizzazione del mondo del lavoro ogni qualvolta vi sia una crisi economica. Negli ultimi vent'anni, vi sono state tre grandi riforme del mercato del lavoro, tutte improntate sulla flessibilità e - stando ai dati e senza scomodare l'attuale crisi sanitaria - tutte fallimentari.

Non vi è futuro, per le giovani coppie e per le famiglie che con un contratto a tempo, si vedono negare un finanziamento per l'acquisto di una casa, di un automobile o per l'avviamento di un'attività imprenditoriale.

Non vi è nulla di nuovo ed innovativo nella vecchia e scaltra ricetta del licenziamento facile, che in tanti ormai conoscono bene, addirittura con la novità rappresentata dalla ricerca di una procedura legalizzata finalizzata ad evitare il Giudice e le conseguenti noiose e dispendiose reintegrazioni nel posto di lavoro, in caso di licenziamento ingiusto o ingiustificato.

Addirittura, si vorrebbe rendere il licenziamento un evento non traumatico, fisiologico, quindi, un fatto naturale, normale, certo con le garanzie di trovare subito un altro lavoro (ma chi mai potrebbe fornire tali garanzie?).

La sfida è trovare una linea di equilibrio tra interessi apparentemente contrapposti, ma non c'è coraggio e non c'è futuro se non si corre insieme.

Silvano Tola