Il Sindaco sotto accusa

30.09.2023

È passato circa un mese dalla partecipata assemblea in cui, per la prima volta, il tema dell'antenna di San Gavino è stato affrontato pubblicamente. E abbiamo assistito, sabato 22 aprile, a una replica. Una replica in cui si sono persi alcuni protagonisti: né il sindaco né alcun altro membro dell'amministrazione ha partecipato a questa seconda assemblea. Gli organizzatori, il comitato spontaneo che vuole impedire la costruzione dell'antenna, sono rimasti delusi; si sono scusati con i presenti e hanno sottolineato come questa fosse una mancanza di rispetto. Forse è stato un gesto deliberato, una sorta di boicottaggio nei confronti di un movimento spontaneo di cittadini percepito come ostile. O, più probabilmente è la poca dimestichezza nell'affrontare le critiche e la paura di rispondere alle precise accuse che, durante l'assemblea, sono state mosse a Sindaco e amministrazione.

Perché il comune di Pattada si è opposto al ricorso al TAR. Tutti ricordiamo, durante la prima assemblea, quella di marzo, le parole del sindaco in cui annunciava, implorante: «Datemi un quasiasi appiglio per bloccare la costruzione dell'antenna»; lo stesso sindaco che in consiglio comunale dichiarava: «se il TAR blocca la costruzione io sono l'uomo più felice del mondo».

E invece ora il sindaco, tramite gli avvocati, dichiara al Tribunale Amministrativo che la lottizzazione è scaduta, che le antenne radiotelefoniche non rappresentano un ingombro visivo, che la chiesa di San Gavino non è una chiesa, che il Parco delle rimembranze non è un bene identitario, e dunque non è vincolato né urbanisticamente né paesaggisticamente.

Ancora, a proposito della pubblicità data sulla nuova costruzione: i ricorrenti al TAR hanno sempre denunciato la carenza di pubblicità sulla questione, tanto da esserne giunti a conoscenza solo a lavori già inaugurati. Bene, il Sindaco dichiara che questa motivazione dei ricorrenti è «infondata in punta di fatto»; secondo il sindaco la pubblicazione nell'albo pretorio digitale del comune, che nessuno ha visto, sarebbe una pubblicità sufficiente.

Il comitato dei cittadini sottolinea che questa versione contrasta con le continue dichiarazioni di sindaco e amministrazione. I rappresentanti della giunta, anche durante l'ultimo consiglio comunale, hanno più volte dichiarato di essere venuti a conoscenza della costruzione dell'antenna a febbraio, quando le imprese esecutrici avevano già iniziato i lavori. Però al TAR vanno a raccontare che sulla vicenda c'è stata una pubblicità adeguata; di più: una pubblicità superiore a quel-la necessaria.

Dopo il portavoce del comitato, Pinuccio Deroma, è stato il turno della professoressa Maria Antonietta Mongiu. Anche lei, per prima cosa, ha sottolineato il dispiacere e il disappunto per l'assenza di sindaco e amministrazione (tanto più che nelle memorie che gli avvocati del comune hanno mandato al TAR viene attaccata direttamente).

Ha poi fatto sapere di aver contattato la Soprintendenza, istituzione spesso chiamata in ballo dal sindaco, per bloccare i lavori. Dopo qualche difficoltà a trovare la pratica, la Soprintendenza ha risposto spiegando che l'articolo 10 del Codice Urbani (Codice dei beni culturali e del Paesaggio del 2004) impedisce alla Soprintendenza stessa di intervenire sulla vicenda. Non perché il bene in questione non sia vincolato, quanto perché il soggetto che deve tutelare è il Comune, e non la Soprintendenza: «Un monumento che ricada in una proprietà pubblica, compresa quella del Comune, è in re ipsa vincolata; quindi, non c'è bisogno di un vincolo della Soprintendenza, e qualora intervenisse, sarebbe un eccesso di potere, perché il Codice Urbani richiama i comuni e gli enti locali a essere protagonisti nella copianificazione del territorio».

Dopo la prima assemblea era emerso un malcontento per l'atteggiamento poco combattivo e pilatesco dell'amministrazione, e il comitato aveva precisato comunque che la vicenda non andava politicizzata.

Dopo la seconda assemblea è emersa una nuova consapevolezza: «Il sindaco è veramente agguerrito per far sì che l'antenna venga costruita». Queste le parole amare del portavoce dei cittadini.

Se non altro è certamente più chiara la posizione dell'amministrazione. Dopo che il Comune ha presentato le sue memorie al TAR, è parso certamente più difficile che il ricorso venisse accolto dal Tribunale; sarà, però, difficile anche per Sindaco e Vice Sindaco (e assessori e consiglieri di maggioranza), continuare a far finta di essersi opposti alla costruzione dell'antenna.

Sia ben chiaro, essere favorevoli non è una colpa. Certamente è però antipatico (usiamo un eufemismo) millantare a parole una fasulla contrarietà e annunciare battaglia contro la costruzione, quando poi, nei fatti, si fa la guerra a quei cittadini che alla costruzione dell'antenna si sono opposti!