Il vuoto a sinistra

Partiamo da due presupposti. Uno: la legge elettorale con la quale andremo a votare è indecente, come sapevamo già. Due: con questa legge elettorale l'unico modo per contrastare la vittoria della destra sarebbe stato quello di compattare in un'alleanza tutte le forze progressiste, da M5s a Unione Popolare (o almeno SI/Verdi). Le manovre all'inizio della campagna elettorale da parte del Pd hanno fatto sì che questo fosse impossibile (né Conte, d'altra parte, ha mai tentato di ricucire). La Destra sarebbe stata comunque favorita. Ma certamente non si rischierebbe di darle la maggioranza qualificata con cui modificare la Costituzione in solitaria (fin dall'Articolo 1 e dai principi fondamentali della nostra Carta). Con il 40/45% dei voti l'alleanza di destra potrebbe avere più del 66% dei seggi. Per il semplice fatto che realisticamente conquisterà, grazie alla divisione degli avversari, la quasi totalità dei collegi uninominali.
Alla pessima legge elettorale si deve aggiungere lo sciagurato taglio dei parlamentari. La Sardegna eleggerà soltanto pochi deputati e senatori, rispettivamente 11 e 5 (nel 2018 erano 17 e 8). E potrebbero essere meno: i senatori sardi, per esempio, potrebbero essere solo 4, dato che la coalizione di destra ha candidato nel collegio uninominale del Nord Sardegna al Senato - il nostro collegio - il toscano Marcello Pera (imposto dalla Meloni, che si spaccia per il nuovo che avanza ma candida personaggi in voga negli anni '90). Marcello Pera, il cui unico legame con la Sardegna è una memorabile lite con Francesco Cossiga in Parlamento.
Dopo il 25 settembre non ci sarà l'apocalisse. O, almeno, se ci sarà non sarà per il voto. Sarà per la drammatica crisi che si prepara. Ci sarebbe necessità di cambiamenti radicali che portino a una redistribuzione della ricchezza, e a una rivoluzione in materia di energia e ambiente, studiata per evitare che la crisi energetica, con tutte le conseguenze, gravi sulle condizioni già precarie di famiglie e lavoratori. E invece la Destra non offre niente di tutto questo. La Destra (tutta la Destra, dalla Meloni alla coppia Renzi/Calenda) ha cominciato la campagna elettorale preparando una lotta di classe al contrario, contro i poveri e i percettori del Reddito di Cittadinanza, rinnegando l'urgenza della questione salariale del nostro Paese, ma curandosi bene di rassicurare il gotha dell'economia e i soliti potentati a Cernobbio e al Meeting di Comunione e Libe-razione.
L'alternativa è la poco attraente alleanza di centro-sinistra, composta dal moderatissimo Partito democratico di Letta (che, quantomeno, pare aver abbandonato la fantomatica agenda Draghi e rinnegato una parte delle politiche che hanno caratterizzato il periodo renziano del Pd, a partire dal Jobs Act), le visioni esplicitamente neoliberiste di +Europa e il nulla rappresentato dalla lista Di Maio-Tabacci.
Con loro c'è anche l'alleanza Verdi/Si-nistra Italiana. Questa alleanza presenta un programma radicale, in cui la giustizia sociale e le istanze ambientaliste hanno la priorità. Tra le proposte rossoverdi che hanno creato più dibattito c'è l'istituzione di una bella tassa patrimoniale per i multimilionari, per fare in modo di redistribuire un po' della ricchezza che c'è in questo Paese, custodita in pochissime mani (e si finisca con la favola dello sgocciolamento, secondo cui la ricchezza di pochi avvantaggia tutti). Si propone anche di tassare al 100% gli extraprofitti delle compagnie energetiche che hanno guadagnato milioni e milioni dalle speculazioni del mercato del gas di questi mesi passati (a proposito: come era quella storiella sull'equilibrio del libero mercato?). Un'altra proposta, particolarmente derisa, è quella di abolire i jet privati, una misura che già si sta studiando in tanti paesi europei. Gli studi ci raccontano che l'1% della popolazione più ricca emette tanta CO2 quanta ne emette il 50% più povero. Considerando la grave crisi energetica in atto, bisognerà pure fare in modo che la transizione ecologica non gravi sempre sulle solite spalle, perché loro, l'1%, possono permettersi di vanificare tutti gli sforzi della gente comune. Se, come pare, il prossimo inverno si prevede che i termometri delle case dovranno essere abbassati di 1°C e che i termosifoni dovranno stare accesi per meno tempo, allora anche i super ricchi potranno metterci qualcosa del loro: la Ferragni al prossimo aperitivo potrà andare in treno invece che in elicottero, così come Gianluca Vacchi. Alcuni di questi multimilionari inquinano in una settimana di vacanze quello che una famiglia normale consuma in due anni. Ed è il caso di mettere in discussione anche queste diseguaglianze, in maniera radicale. Come ha twittato l'antropologo Jason Hickel: «L'ambientalismo senza lotta di classe è usare le cannucce di carta quando i ricchi fanno voli di 9 minuti con i loro jet privati».
Certamente le proposte radicali dell'alleanza rosso/verde perdono di credibilità se si osservano gli alleati. Ma alternative non ce ne sono tante. Non fino a quando non ci sarà una legge elettorale proporzionale che consenta a ogni lista di avere in Parlamento il peso che ha nel Paese, come è giusto che sia!
Giacomo Multinu