La lettera scarlatta

27.11.2020

Sembra essere durato lo spazio di un mattino l'impegno alla collaborazione, al dialogo, all'opposizione costruttiva. Sui social è nata, infatti, una querelle tra il Sindaco da una parte e il gruppo di opposizione dall'altra: l'oggetto del contendere è una lettera (spedita/non spedita, arrivata/non arrivata) nella quale i quattro consiglieri della minoranza invitavano l'amministrazione ad adottare un livello di comunicazione - relativo alla diffusione dei contagi Covid - più istituzionale, dichiarandosi pronti a collaborare a eventuali provvedimenti utili a controllare la diffusione dell'epidemia.

La richiesta è sacrosanta. Per quanto utili ad informare i cittadini, le comunicazioni date sul profilo personale di un social non corrispondono alle esigenze di una comunicazione oggettiva, reperibile anche da chi non è «amico su facebook» o vi è indirettamente collegato .

Purtroppo, la critica ha adottato esattamente lo stesso metodo: una lettera al Sindaco può scriverla un gruppo di cittadini o uno solo di essi, e recapitarla o farla recapitare con i mezzi che ritiene più opportuni (PEC, posta elettronica certificata, compresa); non i consiglieri comunali, che hanno altri strumenti istituzionali per far sentire la loro voce.

Riscontriamo un deficit di alfabetismo istituzionale in questo avvio del quinquennio amministrativo, che ci auguriamo venga presto colmato con una maggiore attenzione al Regolamento per il funzionamento del Consiglio comunale, dove sono indicate le varie modalità per attivare un dialogo: interrogazioni, interpellanze, e mozioni quando all'esercizio del diritto di avere notizie ufficiali si voglia sommare il diritto/dovere di fare proposte da sottoporre all'esame e al voto del massimo organo rappresentativo

Il giallo della lettera sembra essersi risolto: è stata spedita per pec in una data diversa da quella indicata. Poco male. Ora ci aspettiamo che il Presidente del Consiglio comunale richiami tutti all'ordine e tuteli nelle forme migliori le prerogative dell'organo che presiede. E che, da ora in avanti, il Consiglio assuma per intero il ruolo che gli compete: quello di essere il luogo dove idee e proposte diverse si confrontano con l'obiettivo di assumere le decisioni più utili per il bene comune dei cittadini pattadesi. Delle invenzioni propagandistiche e dei battibecchi sui social (che per loro natura poco si prestano ad approfondire o a dialogare)  si comincia ad essere stanchi, anche per l'uso scellerato che se ne fa ai livelli politici più alti(!).

Magari Pattada potrebbe cominciare a distinguersi per atteggiamenti istituzionalmente corretti, in un contesto dove se ne scorgono pochi.