La mia più grande gioia

Le impressioni di un giovanissimo in quarantena per il Covid
Finalmente è arrivato il tanto atteso momento di ritorno alla libertà! Non so cosa si prova quando si nasce, non lo ricordo! Ma posso dire cosa si sente quando ti dicono: «sei libero!».
Ho sentito un forte brivido, come se una brezza mi avesse sfiorato la pelle e mi avesse sollevato in alto nel cielo; la gioia è stata talmente grande che ho abbracciato forte forte i miei genitori ed ho pianto. Ho trascorso ben 24 giorni di isolamento, rinchiuso nella mia camera, dal 16 dicembre all'8 gennaio, senza poter avere contatti con nessuno, neppure con babbo e mamma poiché ho contratto il virus covid-19. Non dimenticherò mai il 16 dicembre quando sono stato informato della mia positività; senza che nessuno me lo chiedesse mi sono chiuso nella mia camera perché sapevo bene quanto il virus potesse essere pericoloso. Ho sentito tanta paura non per me ma per i miei nonni e per tutte le persone con le quali ho avuto dei contatti. Ho pregato tanto affinché fossero tutti negativi e grazie a Dio così è stato. Non avevo contagiato nessuno!
Subito dopo, il mio pensiero è stato come poter organizzare il tanto tempo che avevo a disposizione: inizialmente ho potuto partecipare alle lezioni a distanza, durante le quali ho potuto continuare a stare con i miei compagni ed insegnanti; un po' più difficili sono stati i giorni di vacanza, quando ho cercato di tenermi sempre occupato per pensare il meno possibile. Non nascondo che ho avuto alcune episodi di insofferenza e di poca sopportazione della mia situazione; soprattutto nei giorni di festa cioè il giorno di Natale, di Capodanno e dell'Epifania, trascorsi sempre rinchiuso nella mia stanza. Nonostante ciò, non è stata un'esperienza del tutto negativa, perché ho riflettuto tanto e ho capito che diverse cose che davo per scontate sono diventate per me importanti come lo stare insieme ai miei genitori, ai miei amici e compagni, ai miei cugini e parenti. Mi è mancato tantissimo il contatto diretto con le persone e la libertà di poter uscire e stare insieme agli altri. Sono state tantissime le persone che mi hanno fatto compagnia con videochiamate e messaggi; la loro vicinanza mi ha aiutato a non perdere mai la speranza e a sentirmi meno solo. Ora capisco quanto sia importante stare vicino a chi non sta bene e a chi è solo. Basta una parola di conforto o un messaggio per sentirti meno solo. Non vedo l'ora di poter rivedere i miei compagni di classe ed i miei amici in particolare quelli con i quali ho condiviso questa triste esperienza: Matteo, Alberto, Mario, Sara, Arianna, Asia, Rosalia ed Alba.
Antonio Manca
da La voce del Logudoro