La strada di paglia e la porta aperta della biblioteca

Per cinque giorni dello scorso agosto, l'Amministrazione di Pattada ha aperto le porte della biblioteca comunale al laboratorio teatrale Il paese in scena che ho condotto come operatrice di Agita Teatro (Associazione nazionale per il teatro nella scuola e nel sociale). Bambine e bambini tra i 6 e i 10 anni si sono trovati ogni pomeriggio per giocare, ascoltare, conoscersi. Al termine del laboratorio il gruppo ha portato in scena la propria versione della fiaba «La strada di paglia», tratta da una delle raccolte sarde curate da Francesco Enna, di recente scomparso e qui, come già nella serata conclusiva, onorato con gratitudine.
La scelta del luogo si è rivelata particolarmente felice: la biblioteca propone all'ingresso principale una sezione per i più giovani curata e ricca di titoli. Più avanti c'è un portoncino che si affaccia su un cortile, nel cuore del paese, dove hanno avuto vita le attività teatrali, dove abbiamo condiviso il momento della merenda, dove sono arrivati per l'evento finale non solo i familiari ma anche cittadine e cittadini interessati e sensibili. Nel cortile giungono le voci e i suoni della vita quotidiana; spicca il campanile del Rosario, arrivano vicini i suoi rintocchi sotto una aperta porzione di cielo, tra mura di pietra viva, un albero all'angolo, un ampio terreno ben sfalciato che brilla come oro, perché così è un campo d'estate in Sardegna. Lo spazio si è ani-mato con giochi di movimento, con le voci, con la musica. Il nostro luogo d'oro ha dialogato da subito con una delle fiabe: una comare ingannata dal compare nella notte dopo il raccolto si vede portar via su un carro a buoi i sacchi di paglia e di grano che sono la sua unica ricchezza. Il vento, ingiustamente accusato, punisce il ladro soffiando via la paglia nel cielo e creando una strada splendente che da quel giorno diventa la Via Lattea. Come scrive Enna, i pastori sardi la chiamano ancora su caminu 'e sa paza.
La bellezza del percorso dentro il palcoscenico naturale e antropologico di Pattada è stata culturale, estetica e umana: abbiamo sperimentato e rinnovato la presenza di uno dei valori aggiunti del teatro educazione: il legame tra territorio, incontro tra persone e gruppo teatrale in gioco. La biblioteca ha ospitato teatro e si è fatta teatro, dando la possibilità di fondere la proposta della lettura con l'accoglienza dinamica di bambine e bambini di età e provenienze diverse: molti di loro erano già attivi fruitori del servizio di prestito e hanno incoraggiato l'iniziativa dei coetanei che lo hanno visitato con l'occasione.
Tutto si è svolto in un ambiente dedicato alla sollecitazione della curiosità e alla formazione civica, libera e permanente, modulata in situazione e non secondo criteri predefiniti; il percorso teatrale si è svolto in continuità con attività già in corso o previste per il futuro, basate su ascolto, lettura, scrittura, espressività, manualità.
Il paese in scena è stato fortemente sostenuto e accompagnato dall'Amministrazione Comunale: il sindaco ha seguito di persona le varie fasi del progetto. Fondamentale il contributo dei genitori e davvero efficace l'organizzazione, che ha ascoltato in modo attento le esigenze delle bambine e dei bambini: l'Assessorato ai Servizi Sociali e Culturali, l'associazione Ai Billoziu, il personale della Biblioteca. Si sono sentite per tutto il tempo la presenza e la forza di questo nucleo locale attivo, pronto all'adattamento, volto alla massima realizzazione del benessere dei partecipanti. Gli obiettivi primari del laboratorio si sono realizzati giorno per giorno sotto i nostri occhi e grazie all'impegno comune: attraverso attività creative e ludiche svolte in gruppo si sono promosse la socialità, l'espressione di sé e la conoscenza di elementi culturali e antropologici della propria realtà.
Nel corso del laboratorio abbiamo dedicato una sessione alla realizzazione di un collage collettivo con tessuti: è nato il paese con le case e gli orti, il bosco, la diga. Questa azione corale che ci ha unito e nella quale tutti ci siamo riconosciuti è una delle im-magini portanti del laboratorio e rappresenta la testimo-nianza concreta dei principi dell'animazione sociale e culturale: collaborare con passione e concretezza, com-porre insieme luoghi, gesti, parole, storie e persone di una comunità.
Annalena Manca
Annalena Manca ha origini pattadesi. Insegna nella scuola primaria a Roma e si occupa di teatro educazione dai primi anni Ottanta. Conduce laboratori teatrali ed espressivi, è docente formatrice per Agi-taTeatro e per la Scuola Estiva di Teatro Educazione di Serra San Quirico (AN).