La «verità» e la «maschera» nel teatro di Luigi Pirandello

Sono ormai trascorsi oltre 17 anni da quel sabato 13 dicembre 2003, quando un gruppo di giovani e meno giovani appassionati di Teatro, con la «Compagnia TEATROINSIEME» di Pattada, ebbero il coraggio di presentare, nei locali dell'ex Cinema S.Croce, Sa Berrita 'e sos maccos (riduzione e adattamento da Il Berretto a sonagli (1916) di Luigi Pirandello, con i personaggi di Ciampa (interpretata da Giovanna Frau), impiegato; Beatrice (Giannella Bellu); Assunta, la madre di Beatrice (Pierina Curzu); Fifì, fratello di Beatrice (Pietro Zoroddu); Maresciallo Spanò (Sabina Falconi); La bottegaia (Rita Sanna); Fana, vecchia serva di Beatrice (Angela Falchi).
Il fatto che il teatro di Pirandello possa essersi prestato ad essere presentato con i testi in lingua sarda-logudorese, credo sia una ulteriore dimostrazione della universalità di questo teatro, che, attraverso i suoi «uno, nessuno, centomila» personaggi, si è caratterizzato per la sua continua ricerca nei meandri più reconditi dell'animo umano, nei suoi aspetti ora umoristici, ora grotteschi (La giara, La patente, Il berretto a sonagli), ora tragici della vita (Sei personaggi in cerca d'autore del '21, Ciascuno a suo modo del '24, Questa sera si recita a soggetto, del '29).
«Veramente può dirsi che due persone vivono, agiscono a un tempo, ciascuna per proprio conto, nel medesimo individuo»... Attraverso la metafora della «maschera», Pirandello spiega come l'uomo si nasconda dietro una "maschera". Nella realtà quotidiana gli individui non si mostrano mai per quello che sono, ma assumono una maschera che li rende personaggi e non li rivela come persone.
Paradossalmente, il solo modo per recuperare la propria identità è la «follia», tema centrale in molte opere, come ne Il berretto a sonagli, in cui Ciampa, il marito tradito, sopporta serenamente l'adulterio fin tanto che tutti ne sono all'oscuro, ma, di fronte allo scandalo, pretende che la moglie Beatrice sia dichiarata pazza, pur di salvare il suo «pupo», il suo burattino che deve ricoprire il ruolo di marito rispettabile.
Si arriva quindi, quasi come una diretta conseguenza, al tema della «verità»: in Così è (se vi pare), il tema è quello dell'impossibilità di conoscere la verità, che resta invece un contesto soggettivo, personale, individuale. Non c'è una verità assoluta, ma tante verità, quante sono le persone, generando in-comunicabilità e solitudine, ognuno chiuso in un proprio mondo.
Poiché non vorrei tediare oltre il lettore con ulteriori approfondimenti letterari, filologici, psicologici, filosofici, voglio concludere questi ricordi con la speranza o l'illusione che gli stessi possano essere da stimolo, per quanti nel nostro paese vorrebbero impegnarsi nel campo culturale e dell'aggregazione sociale, anche ricordando che, in uno dei programmi amministrativi presentati in occasione del recente rinnovo del Consiglio comunale, è stata positivamente proposta la creazione di una «Scuola di teatro - sempre nell'ambito della lingua e della cultura sarda - che coinvolga soggetti di tutte le età...». Se son rose, fioriranno...
Gianni Tola