L'amletico dubbio: Pattada o Patada?

L'aneddoto che segue mi è stato ispirato dall'articolo, riportato nel numero di prospettive del mese di giugno, a firma di un collaboratore del nostro giornale, che tratta del problema relativo al fatto che, in sardo, il nome del nostro paese debba essere scritto con una "t" anziché con due, e dunque Patada e non Pattada. Di tale argomento avevo parlato con il Canonico Francesco Amadu, illustre studioso, ricercatore e storico delle cose della Sardegna e delle cui grandi competenze, universalmente riconosciute dal mondo accademico sardo, parleremo nel prossimo numero.
Con zio Francesco (lo chiamavo così in qualità di nipote adottivo) ci eravamo incontrati mentre uscivo dal Municipio, ai tempi in cui ero impegnato in amministrazione; dopo gli affettuosi saluti di rito, il discorso cadde sul tema citato. Anche lui, come me, non com-prendeva questa nuova teoria di una sola "t" e argomentò le sue ragioni. Poiché il discorso che faceva era piuttosto articolato, gli chiesi se poteva farmi la cortesia di scrivere le sue osservazioni e di farmele avere. Raccolse molto volentieri il mio invito e, qualche tempo dopo, mi fece sapere di aver preparato quanto gli avevo richiesto e, andatolo a trovare in seminario a Ozieri, mi consegnò dei fogli dattiloscritti; si trattava di due diverse testimonianze e, sebbene fossero molto simili, ciascuna di esse presentava dei contenuti particolari. Allo scopo di evitare di omettere qualcosa e nell'incapacità di decidere quale sia più importante, le riporto entrambe integralmente. Si tratta di una lettura facile e divertente in quanto da essa traspare la sagacia e la simpatia di quest'uomo a cui ero molto affezionato.
Le due testimonianze riportano dei riferimenti all'archivio personale di Monsignor Amadu: M seguito da un numero romano indica la Miscellanea, mentre il seguente numero arabo indica la relativa pagina a cui si fa riferimento.
Emilio Fenu
TESTIMONIANZA 1


TESTIMONANZA 2


