Sostiene Pereira di Antonio Tabucchi

02.11.2020

Nella nota editoriale che accompagna il romanzo, Antonio Tabucchi scrive che Pereira venne a trovarlo in una sera di settembre del 1992. Ancora non era Pereira, ma solo un vago personaggio in cerca di autore. "Quella sera di settembre compresi vagamente che un'anima che vagava nello spazio dell'etere aveva bisogno di me per raccontarsi, per descrivere una scelta, un tormento, una vita". Quell'anima vagabonda era di un giornalista portoghese che Tabucchi aveva conosciuto.

In poco meno di un anno Tabucchi è riuscito a completare questa testimonianza, pubblicando il suo romanzo nell'agosto del 1993.

Lo scritto parla dell'evoluzione interiore del dottor Pereira, redattore della pagina culturale del Lisboa. Cattolico, vedovo, cardiopatico, infelice. È un uomo che vive nel passato, che parla con il ritratto della sua defunta moglie, amante degli scrittori francesi dell'Ottocento, ossessionato dalla morte e dalla resurrezione della carne.

La sua vita abitudinaria e tranquilla viene sconvolta quando legge un trattato sulla morte scritto da un giovane di origini italiane: Monteiro Rossi. Il saggio gli piace così tanto che decide di proporre al ragazzo un lavoro: la scrittura dei necrologi anticipati di letterati ed artisti.

Pereira è tormentato. Perché sa che quello che Monteiro Rossi fa è sbagliato, è il contrario di quello che lui, Pereira, rappresenta ed ha fatto della propria vita.

A spiegare quello che sta avvenendo prova il dottor Cardoso, medico che visita Pereira per la sua cardio-patia. Durante una cena spiega al giornalista una teoria dei medici-filosofi. La personalità di ogni uomo sarebbe come una confederazione di anime che si pone sotto il controllo di un Io egemone. La normalità dipende proprio da quell'Io dominante, e la sua preminenza si mantiene fino a quando non viene spodestato da un altro Io egemone, o da un'altra anima.

In Pereira, forse, l'incontro con Monteiro Rossi e con la sua compagna Marta, impegnata nella resistenza, ha risvegliato un'anima che neanche lui credeva di avere. Così il vecchio cardiopatico infelice, che non si interroga sulla società che lo circonda, che non osserva le atrocità che stanno sconvolgendo tutta l'Europa (il romanzo è ambientato nel 1938), inizia a maturare una coscienza civile, fino al punto da mettere a repentaglio la propria vita per dare una mano al giovane Monteiro Rossi.

Dal romanzo è stato tratto, nel '95, l'omonimo film di Roberto Faenza, in cui Pereira è interpretato da un magistrale Marcello Mastroianni. La pellicola è impreziosita dalla colonna sonora del maestro Ennio Morricone.

Giacomo Multinu