Libertà vo cercando...

Due settimane fa, andando a zonzo per le strade di Wrocław, ho notato che la città era vestita di rosso e bianco. Ovunque vedevo bandiere polacche, addirittura tutti i mezzi pubblici (e qui sono tanti) erano stati adornati con due bandierine, quella nazionale e quella della città. L'orgoglio era tangibile per il 230° anniversario della Costituzione del 3 maggio (Konstytucja 3 Maja).
Il 3 maggio 1791 la Confederazione polacco-lituana adottò la Costituzione, risultando così il primo paese in Europa e secondo al mondo ad averne una: un atto progressista. Ma il piano di riforma fu subito gambizzato, e dopo l'intervento militare dei russi nel 1792 la Costituzione venne abolita. Anche la sua commemorazione è stata illegale per molto tempo, durante la spartizione della Polonia, durante l'occupazione nazista tedesca e quella sovietica. Il 3 maggio è diventato di nuovo giorno di festa nazionale solo dal 1990.
L'intento della Costituzione era quello di dare una svecchiata al sistema e risolvere i problemi socio-economici «dei nostri contemporanei, ma anche delle generazioni future». Nonostante la religione di Stato fosse quella cattolica veniva garantita tolleranza e libertà a tutte le religioni. Venivano riconosciuti dei diritti anche ai borghesi (prima concessi solo ai nobili). Veniva avviata la riorganizzazione del potere politico (tra cui l'eliminazione del liberum veto, che rendeva prolisso l'emendamento delle leggi...e ancora oggi sappiamo quanto ristagno ci può essere nei palazzi). Ma soprattutto veniva posato il primo mattone per la casa dei più deboli, i contadini, garantendo loro protezione con leggi nazionali. Non fu abolita la schiavitù, ma era la fine del '700.
Insomma, un documento rivoluzionario a quel tempo, fatto dalla politica. Ma ora lo spirito rivoluzionario polacco dov'è? Nella politica? Mmmhh! 230 anni dopo ci sono ancora dei mattoni, ma stiamo togliendo il cemento che li tiene assieme e le case, a lungo andare, crollano.
Infatti lo stato polacco sta dimenticando che è garante della protezione di tutti i suoi cittadini. In Polonia non sono riconosciute le unioni civili per coppie omosessuali, la legge non riconosce l'orientamento sessuale o il genere come motivazioni per i crimini d'odio. Le leggi cattoliche stanno diventando leggi di stato, in uno stato che però non è formato solo da cattolici. L'omofobia (avversione ossessiva per gli omosessuali) aumenta (la Polonia è considerata il Paese più omofobo dell'Unione Europea), inducendo molti giovani a lasciare questa terra che non li protegge, ma non tutti se lo possono permettere.
Si percepisce un forte fanatismo religioso. Recentemente c'è stato un dibattito sui vaccini. Il vescovo Józef Wróbel ha dichiarato che i vaccini AstraZeneca e Johnson&Johnson sono moralmente inaccettabili perché prodotti dai feti abortiti e i cattolici non dovrebbero accettare questi vaccini, ma nel caso li dovessero accettare per cause di forza maggiore non verranno giudicati moralmente. L'aborto è questione aperta e preoccupante. E sta portando in piazza tante donne (Ogólnopolski Strajk Kobiet) per difendere i diritti che gli vengono negati. Ma le istituzioni della città di Wrocław hanno dato un contributo importante, assegnando il premio Nagroda Wrocławia per riconoscere l'enorme lavoro che stanno svolgendo queste donne per tutelare i diritti. La strada è lunga.
Da una parte un forte fanatismo religioso e a fianco un forte nazionalismo (figlio anche della duratura occupazione straniera e dittatoriale), condizioni che rifiutano l'andare avanti a passo svelto del nostro mondo e delle sue diversità e complessità; il che porta ad un'involuzione anacronistica, che va fermata.
Ma per le strade di Wrocław si trova anche questo...
Giulia Fogarizzu