Mario Campus: un intellettuale organico al suo popolo

24.01.2023

Non basterebbe neanche un numero monografico per scrivere compiutamente di Mario Campus, della vita, della sua poliedrica attività culturale. Soprattutto per chi, come il sottoscritto, ha avuto il privilegio della sua amicizia.

Per la biografia possiamo rimandare al suo libro Prendas e ammentos del 1995 dove tra racconti, personaggi, aneddoti e poesie, descrive uno spaccato della Pattada di un tempo, e un mondo poetico originale, tutt'altro che banale.

Per rifarmi al Premio cultura che nel 2001 gli fu attribuito dalla giuria del concorso "Pattada de literadura sarda", riconoscimento a un pattadese distintosi nell'ambito della cultura sarda dando lustro a Pattada, nella motivazione viene a ragione considerato il più classico esempio di intellettuale organico al proprio popolo.

«Il suo impegno - dice la motivazione - viene da lontano, dai tempi in cui occuparsi di lingua sarda significava l'emarginazione culturale, quando non lo scherno; significava ritrovarsi in troppo pochi per non essere sommersi dallo scoramento...». Mario era profondamente convinto di «operare non per cercare gloria e guadagni ma per dare un contributo per il progresso e la crescita civile della sua gente...». Tutto questo non appaia retorico, è la pura verità.

Di sicuro rifuggiva dall'ipocrisia e dall'incenso facile e opportunistico. Limitandomi, per motivi di spazio, a un episodio, ricordo quella volta in cui venne a trovarlo a casa sua, a Pattada, Antonio Palitta, a tutti noto come affermato poeta in sardo. In quella visita, Palitta voleva sottoporgli, quale esperto, una sua poesia. Mario, per non esprimergli il suo parere negativo, trovò la scusa di un impegno urgente, uscì e lo piantò da solo in casa sua. Mi sembra che il giudizio fosse piuttosto chiaro.

Di indole generosa, ma scevra di lodi immeritate, rammento anche la volta in cui una pittrice gli aveva chiesto un commento critico scritto a una sua mostra. Egli, che si intendeva anche di pittura e belle arti, scrisse poche righe nominando Leonardo, Michelangelo, Raffaello, etc..., ma non una parola di elogio all'autrice dei quadri esposti. Questa è onestà intellettuale. Un poco ruvida, è vero, ma anche elegante.

Peccato che la salute non gli abbia permesso di averlo ancora tra noi, perché Pattada e tutta la Sardegna avrebbero bisogno di persone come lui.

Peppino Fogarizzu

De seguru Mario aiat seberadu su sardu, ma sa redazione at kèrfidu - conditio sine qua non - de iscrier in italianu, e deo - obtorto collo - l'apo fatu, ma ebbia pro more de Mario.

NB: s'italianu est sa limba istranza ki con-nosco menzus!

Ringraziamo la moglie Elisabetta per la fotografia (qui sotto) che raffigura Mario Campus mentre scolpisce il legno.

Cenni storici

Mario (Pietro Maria) Campus nasce a Pattada nel maggio 1938. Consegue il diploma magistrale nel 1958 e, «dopo alcuni anni di lavoro saltuario e sottopagato alternati a eriodi di disoccupazione» - come scrive nei brevi cenni biografici a margine di Prendas e ammentos - emigra all'estero «per tentare di sbarcare il lunario». Rientrato dopo due anni riprende a lavorare saltuariamente fino al 1969 quando viene immesso in ruolo come insegnante elementare «a pieno titolo e stipendio»; esercita la professione per circa venticinque anni, finché una «noiosa ma-lattia» lo costringe ad abbandonare.

Attivo nei vari settori culturali, lo si ricorda tra l'altro come instancabile e vivace anima-tore delle feste di Santa Sabina, dove, con commenti salaci e divertenti, fa la cronaca dei vari giochi di piazza. 

Dopo il matrimonio trasferisce la residenza a Oschiri. Muore nel febbraio 2014.