Monte Lerno: una risorsa economica e ambientale

13.02.2021

Da tempo il demanio forestale di Monte Lerno, che si estende su una superficie di 2.562 ettari, costituisce una fondamentale risorsa per le esigenze economiche e ambientali della popolazione di Pattada e per il territorio circostante.

Da diversi anni, però, la gestione di questa risorsa presenta variegate problematiche che non incidono positivamente sul suo buon funzionamento e sullo sviluppo delle sue importanti potenzialità, a partire dalla situazione riguardante i livelli occupazionali: i numeri del personale impiegato, infatti, si trovano abbondantemente al di sotto delle esigenze produttive dello stesso compendio forestale, essendosi attualmente attestati sulle 55 figure professionali esistenti, delle quali 10 provenienti dai Comuni circostanti, rispetto a numeri che, nei decenni trascorsi, avevano toccato gli 80/90 occupati. Se si tiene conto che, per diversi mesi dell'anno, una parte importante del personale è impegnato nella gestione della campagna antincendio, tutto ciò incide negativamente sulla gestione di progetti che sarebbero necessari per dare le giuste risposte occupazionali, economiche e forestali dello stesso Demanio.

La struttura demaniale presenta, comunque, altre importanti particolarità, come quelle relative all'apicoltura, con la produzione di un'ottima qualità di miele lavanda, la presenza di molte centinaia di cervo sardo, che deve essere però gestita in modo oculato, al fine di evitare danni ambientali alle piantine in crescita, l'autosufficienza energetica proveniente da un impianto alimentato dalla presenza dei laghetti collinari, per il quale è allo studio un progetto per il raddoppio dello stesso impianto.

Tale opera è stata realizzata nel 1989, con la sistemazione di una turbina tipo PELTON, che produce 10 kW con 380 V. La turbina produce l'energia elettrica necessaria allo svolgimento delle attività di cantiere e alla sua conduzione. La condotta forzata che porta l'acqua al generatore ha inoltre efficace funzione antincendi, in quanto ad essa sono collegati degli irrigatori a lunga gittata, che nebulizzano l'acqua a 50-70 metri di distanza, ruotando a 360°.

Gianni Tola

(Si ringraziano per le informazioni gentilmente fornite: Gavina Delogu, Alessando Spina, Rino Arminu, Salvatore Falchi (Direttore Responsabile del cantiere)


(INFORMAZIONI-SARDEGNA FORESTE.IT)

La presenza dell'aspro ed esteso complesso di Monte Lerno, culminante a 1093 m s.l.m e le massime elevazioni della dorsale contigua (Punta Balestrieri, Punta Selvapinta, Colzu Caddinu si elevano tutte oltre i 900 s.l.m) caratterizza una buona parte dell'area dando al paesaggio una conformazione tipicamente montana.

BOSCHI DEMANIALI, INCENDI, SUGHERETE

I boschi naturali all'interno del perimetro demaniale non sono molto estesi in quanto diversi incendi in vari periodi hanno percorso buona parte della superficie.
Il bosco naturale di leccio si conserva discretamente in località Sos Littos.
Le sugherete migliori all'interno del perimetro demaniale sono poste in località Trataxis dove sia la produzione che la qualità del sughero sono ritenute ottime.

INFORMAZIONI GENERALI SULLA GESTIONE

Superficie: 2902,4 ha così ripartito:

  • 2552,6 ettari in concessione dalla R.A.S. per 99 anni
  • 349,8 ettari in concessione dal Comune di Pattada

PERCHÉ VISITARLO

La natura offre momenti indimenticabili sulle rive del sottostante lago Lerno: nel compendio si possono praticare escursioni a piedi o a cavallo, tra lecci, roverelle, querce da sughero, tassi, agrifogli, ginepri, corbezzoli e mirto. Tra l'impenetrabile vegetazione e i suoi pittoreschi laghetti artificiali - dove il silenzio e la quiete regnano sovrane - è ancora possibile scorgere cervi, mufloni, cinghiali, asinelli e cavalli allo stato brado, una discreta varietà di rettili e il merlo acquatico.
Per gli appassionati di fotografia naturalistica questo luogo è un autentico paradiso, sulla vetta (1094 mt) si possono ancora incontrare l'aquila reale e il germano reale che qui hanno trovato il loro habitat naturale.

I colori della vegetazione, i paesaggi montani, la presenza del Cervo nonché la presenza di ampi spazi in cui è possibile trascorre una giornata all'aperto sono dei buoni motivi per invitare il turista a visitare la foresta.
La foresta si raggiunge principalmente attraverso la S.P. 128 bis Ozieri-Pattada e la SS 389 Pattada-Budduso.

Tel/fax: 079 755835

ASPETTI CLIMATICI

Il clima è di tipo semi continentale, con inverno umido ad alto surplus idrico. Periodo freddo superiore ai 4 mesi; media minima del mese più freddo inferiore a 3° circa; media dei minimi annui intorno a 4°-5°C; aridità estiva inferiore a 3 mesi con moderato deficit idrico; media del mese più caldo inferiore a 24°C; per cui la parte del territorio preso in esame rientra, riguardo alla classificazione fitoclimatica del Pavari nel Lauretum sottozona fredda. Le precipitazioni nevose, poco frequenti, ricoprono con abbondanza soprattutto nelle quote più alte, ma permangono nel terreno pochi giorni. La piovosità è molto elevata nei mesi continentali e talvolta risulta di forte intensità.

ASPETTI GEOPEDOLOGICI

Il substrato geologico a matrice granitica dà origine ad una morfologia accidentata con creste di varia forma che si alternano ad aree con minore acclività e aspetti morfologici più dolci. Su questi substrati si riscontra un panorama pedologico vario ed interessante. Il tipo, la genesi e la proprietà dei suoli sono intimamente connessi alle caratteristiche del substrato e alla copertura vegetale, per cui variano dalle terre brune delle aree pianeggianti e di bassa valle ai litosuoli delle zone più elevate di cresta. Nel territorio non si riscontrano cime molto elevate si passa dalla punta più alta del Monte Lerno P.ta Campanile a 1.093 m. s.l.m. a una quota di 400 m. in località Badu Onu.

ASPETTI VEGETAZIONALI

Il quadro generale della vegetazione risulta complesso, in quanto gli interventi sul territorio sono stati molteplici e svariati fino a costituire quell'assetto a mosaico che si presenta attualmente a chi osserva. Dalla composizione floristica attuale della vegetazione di questa zona si denota che è un bosco in rievoluzione o appena rievoluto, in quanto conserva molti elementi della macchi alta (fillirea, corbezzolo, etc.) In tutta l'area sono ben rappresentate le sugherete con abbondante sottobosco dominato da citiso, erica e corbezzolo. In altre zone dove l'incendio si è ripetuto più volte sia i suoli che la vegetazione appaiono molto degradati. In questi casi la macchia si presenta nei suoi vari stadi evolutivi e dove la conservazione del suolo ne ha consentito un veloce sviluppo i versanti sono coperti di una macchia a corbezzolo ben compatta che porterà, nel tempo, senza grossi interventi forestali, al bosco. In altri casi il suolo è molto degradato e dilavato con rocciosità affiorante elevata sostiene una macchia bassa a cisti che dirada fino ad assumere un aspetto di gariga. Nelle zone di cresta è presente una vegetazione meno appariscente in quanto rifugiata tra gli anfratti, ma di grande valore fitogeografico. Sono presenti infatti alcuni endemismi tipici delle aree cacuminali della Sardegna alcuni a larga diffusione, altre molto rare. Sempre in queste aree, o frammiste nei lembi di bosco meglio conservati, sono presenti elementi relitti quali agrifoglio, tasso, acero minore. La scelta delle specie è stata fatta valutando le caratteristiche stazionali, prediligendo essenze autoctone quali leccio e sughera consociate a conifere quali cedro e pino marittimo che garantiscono l'ombreggiamento necessario soprattutto al leccio che in fase giovanile è una specie sciafila. Altre specie utilizzate nei rimboschimenti in stazioni sono la roverella, il castagno, l'agrifoglio e il tasso.