Non lasciarmi di Kazuo Ishiguro

12.02.2021

Non lasciarmi è un romanzo ucronico (ossia descrive una società nella quale la storia ha seguito un corso alternativo rispetto a quello reale), scritto da Kazuo Ishiguro, scrittore britannico di origine giapponese, premio Nobel per la letteratura 2017.

Un libro che descrive le estreme conseguenze della ricerca medico-scientifica che travalica ogni limite etico, lasciandoci un importante quesito: cosa rende l'uomo... uomo?

«Mi chiamo Kathy H. Ho trentun anni, e da più di undici sono un'assistente»

La storia è narrata in prima persona da Kathy H., giovane assistente di misteriosi donatori; la ragazza, stanca ma orgogliosa del suo ruolo, nella prima parte del romanzo in un lungo flashback ricorda la sua felice infanzia ad Hailsham, un college immerso nel-la verde campagna inglese. In quel luogo austero, numerosi bambini imparano ad aver cura della propria salute, studiano e si dedicano ad attività ricreative e artistiche. I giovani ospiti non hanno genitori, vengono costantemente sorvegliati dai loro insegnanti-tutori ed intuiscono di non poter fuggire né da quel luogo, né dal loro destino. Kathy rievoca con nostalgia il suo profondo legame con Ruth e Tommy, divenuti per lei più che amici e con i quali avrebbe desiderato vivere per sempre.

Nella seconda parte del libro i tre ragazzi, ormai adolescenti, si trasferiscono in un cottage in cui, mantenuti dallo Stato, con altri giovani concludono la loro formazione in attesa di diventare prima assistenti e infine donatori. Tommy e Ruth sono legati da un instabile rapporto di coppia, minato dal profondo legame di Tommy e Kathy che, per rispetto dell'amica, rinunciano ad ammettere i propri sentimenti. Ai giovani del cottage (ed anche al lettore) si fa sempre più lampante un'atroce verità: il loro drammatico ruolo all'interno della società.

Nella terza parte il dramma si compie e il lettore verrà travolto dalla dirompente carica emotiva che Ishiguro riesce a trasmettere con grande maestria. Ogni tentativo, di opporsi al proprio destino, risulterà vano.

Un romanzo potente e bellissimo, ma allo stesso tempo inquietante e tristissimo. I contenuti sono molto forti e ci portano a ragionare profondamente sul sen-so etico di ciò che si può fare, su quale sia il limite massimo che non deve essere oltrepassato.

Pensando alla nostra società, viene da pensare che di queste problematiche si parli molto poco, nonostante si percepisca incombente una condizione nella quale l'individuo non possa più, di fatto, disporre della propria persona.

«Rimanemmo così, sulla sommità di quel campo, per quello che ci sembrò un tempo infinito, abbracciati senza dire una parola, mentre il vento non smetteva di soffiarci contro, e sembrava strapparci i vestiti di dosso; per un istante fu come se ci tenessimo stretti l'uno all'altra, perché quello era l'unico modo per non essere spazzati via nella notte».

Nicola Fenu