Ordinaria amministrazione!

04.09.2021

La redazione ha incontrato il Sindaco Angelo Sini in un forum nel quale sono stati affrontati diversi argomenti. Lo ringraziamo per aver accettato di sottoporsi alle nostre domande - anche a quelle scomode - e per le risposte.


Damanda - Sono passati circa 300 giorni dall'inizio di questo secondo mandato, e ci pare che nessuno dei grandi problemi di Pattada sia stato affrontato: il paese continua il suo declino demografico che sembra inarrestabile, i giovani continuano ad abbandonarlo, le attività economiche languono, le istituzioni (la scuola, per esempio) vivacchiano nell'indifferenza. Nello stesso municipio emergono problemi di carenza di personale e di programmazione. Dal punto di vista politico, il Consiglio comunale appare pressocché inesistente: riunito poche volte, e per argomenti di secondo piano - salvo la solita approvazione frettolosa di un bilancio redatto con taglio burocratico - non è neanche riuscito a eleggere le Commissioni utili a farlo funzionare. Insomma, si fa fatica a individuare una strategia, una visione. Il che sarebbe comprensibile, forse, per una amministrazione all'esordio, non per una compagine che è in larga parte composta dalle stesse persone che hanno amministrato nei cinque anni precedenti. È questo che dobbiamo continuare ad aspettarci? O possiamo sperare in un ruolo attivo del Consiglio comunale?

Risposta - È solo parzialmente vero. Veniamo da un periodo in cui si è bloccato il mondo, non Pattada. Ci siamo dovuti occupare dell'emergenza, ed è difficile fare discorsi di ampio respiro quando si deve affrontare un'emergenza che riguarda la salute delle persone. La nostra prima volontà è stata quella di sopperire alla situazione del settore dei servizi sociali. Per oltre un anno ho assunto personalmente la responsabilità della gestione dei servizi sociali. L'emergenza non è ancora finita, ma oggi posso tornare al mio compito di amministratore, perché recentemente è stata assunta - con una procedura di mobilità - Fabia Manca alla quale ho passato quella responsabilità. Certamente negli uffici ci sono problemi: personale assente per malattie anche gravi. Questo ci ha portato, per esempio, alla valutazione se affidare all'esterno la riscossione dei tributi. Anche l'ufficio tecnico ha dei problemi: il responsabile ha chiesto e ottenuto il tempo parziale e tra non molto l'istruttore amministrativo andrà in pensione. Avevo ottenuto la disponibilità da parte di validi funzionari di altri enti, ma poi hanno rifiutato perché possono lavorare in smart working senza doversi sobbarcare viaggi pesanti. E purtroppo i concorsi pubblici costano tempo e denaro. Per carità, ci sono stati anche dei vantaggi: oggi possiamo avere in tempo reale la situazione del bilancio senza dover chiedere al dipendente, è tutto sul software del computer al quale possiamo accedere in qualunque momento.

L'emergenza Covid è senza dubbio un fattore importante, ma non può giustificare l'assenza di una visione di ampio respiro. Alcuni Comuni si stanno muovendo con un passo diverso.

Ma non stiamo certo con le mani in mano. Ai primi di agosto firmeremo l'istituzione di un Distretto rurale che va da Ardara alla Gallura, fino al mare.

Questo significa che ci stiamo orientando verso la provincia di Olbia?

No. Assolutamente! La scelta è indipendente dagli assetti istituzionali Ma di fronte alla scelta di Sassari e del proprio ambito, abbiamo privilegiato il contesto delle zone interne. Cercheremo di coinvolgere anche parte del Goceano, che si sta smembrando, con una parte che guarda prevalentemente a ovest, verso il Marghine. Noi intendiamo valorizzare con questa scelta l'allevamento bovino da carne e da latte, presente nei territori di Mores, Ardara e Ozieri, e la vitivinicoltura; per fare massa critica, anche recuperando il rapporto con la ex Comunità Montana del Monte Acuto: abbiamo molta più attinenza con Oschiri o Berchidda che con il Goceano nel suo complesso.

Però, anche su questo argomento, una preparazione, un dibattito tra i cittadini e le forze politiche, sarebbe potuto essere utile. Si tratta della qualità della democrazia.

La scelta è stata affrontata al livello di Unione di Comuni e abbiamo convenuto...

...ma anche al livello di Unione si pone il problema: quell'ente è un comitato di Sindaci più che una istituzione democratica che può invertire il declino del territorio. Il Piano di sviluppo locale è emblematico da questo punto di vista: niente di nuovo sotto il sole.

Su questo posso concordare. Devo dire che l'ho accettato per stanchezza. Sarebbe stato drammatico perdere anche quei finanziamenti.

Il problema della partecipazione è fondamentale. Lo è anche dal punto di vista culturale - e così affrontiamo un altro argomento nel quale il Comune ha compiti specifici, in particolare per quanto riguarda alcuni servizi: la biblioteca, per esempio. Oppure, cosa si sta facendo per il Museo del coltello? Risulterebbe che la Regione abbia stanziato dei fondi poi non utilizzati. O, ancora, cosa si intende fare per il recupero del patrimonio culturale locale?

Posso raccontare la storia del Museo. Con un Delibera la Giunta della passata amministrazione aveva proposto di affidare la gestione del Museo a una Cooperativa. Il bando fu giudicato positivamente e ammissibile al finanziamento. Il bando prevedeva che i locali fossero dati in concessione, e che quindi fossero volturate al concessionario le utenze di acqua ed energia elettrica. Si trattava di importi relativamente modesti (2 mila euro all'anno, su una concessione di circa 75 mila euro), ma che l'Amministrazione non avrebbe potuto erogare senza incorrere in una procedura per danno erariale. Per andare incontro al potenziale gestore avevo proposto che facessero un progetto rivolto alla scuola di Pattada che riguardasse le tradizioni del paese. Con l'importo del progetto avrebbero potuto ricavare le somme necessarie al pagamento delle utenze. Non hanno accettato, e il progetto si è arenato. I fondi nel bilancio si sarebbero trovati; tra l'altro c'era per la scuola, per tre anni, un finanziamento di 18 mila euro annui che la scuola ha sempre rifiutato di attivare. È uno dei danni collaterali di non avere la direzione dell'Istituto comprensivo a Pattada.

E su altre iniziative culturali cosa si è fatto?

Devo dire che ogni volta resto deluso dalla parecipazione dei pattadesi alle iniziative culturali. Domenica scorsa a uno spettacolo teatrale messo in scena da una compagnia di Lula c'erano 40 spettatori di Lula e venti pattadesi. Se iniziassi una raccolta di fondi per qualsiasi buona causa raccoglierei facilmente dieci mila euro in pochi giorni; ma se chiedo di partecipare a una iniziativa pubblica di due ore, la risposta sarebbe: "lassami sa lana". E ci sarebbero le solite poche facce.

Purtroppo è un atteggiamento che si sta diffondendo; e si può modificare solo con la costanza, con una buona programmazione culturale più che con iniziative estemporanee.

Sempre a luglio ci sarà ancora una rappresentazione teatrale in limba e un monologo di Mauro Salis, che l'anno scorso aveva fatto uno spettacolo sul Salto di Quirra, molto apprezzato. Ma non sono ottimista sulla partecipazione.

Parliamo di degrado urbano. In uno dei numeri di prospettive abbiamo fatto, alla buona, un censimento delle case disabitate e/o diroccate. Si possono fare diverse ipotesi di intervento: una di queste è che il Comune imponga ai proprietari la sistemazione oppure le requisisca e le ristrutturi per darle in affitto a canoni ridotti (incentivo per le giovani coppie e la natalità, che è uno dei nostri problemi), oppure che le demolisca, soprattutto dove sono contigue, per migliorare gli spazi pubblici, il verde, etc...

Prima che scoppiasse la pandemia, stavamo impostando con la Lega delle Cooperative un discorso sulle cooperative di comunità: oggi, per esempio, potrebbe essere una cooperativa di comunità a gestire anche il bonus 110% per ristrutturare parte degli edifici. Sarebbe una iniziativa migliore di quella delle case a 1 euro, che reputo fallimentare. C'è un bell'esempio a Fluminimaggiore.

Un altro aspetto riguarda il territorio e le sue risorse archeologiche. Recentemente a Nughedu è stato trovato un bronzetto di epoca nuragica che ha suscitato interesse nazionale. Ora, il nostro territorio è ricchissimo di emergenze archeologiche: valorizzarle sarebbe doveroso. Anche per superare le resistenze di certi soloni che pensano di aver detto l'ultima parola sulla storia della Sardegna. E per migliorare la conoscenza delle nostre risorse ambientali: come potrebbe fare il Piano Urbanistico.

Qui, però, devo ricordare il problema del centro matrice: la mancata approvazione di quel piano - che non è responsabilità né della mia né della amministrazione che mi ha preceduto - ci è costata parecchio, tra l'altro anche l'impossibilità di accedere a finanziamento per il PUC. In quel piano non c'era una ipotesi di sviluppo per il centro matrice, e la Regione non lo ha potuto approvare. Il problema del PUC è fondamentale: per il nucleo abitato, per il territorio, per la zona industriale, etc...

Ecco una commissione da fare subito: per coinvolgere i tecnici su questo problema, chiedendo anche disponibilità che potremmo definire civiche.

Ma anche qui non siamo all'anno zero. Abbiamo inserito nel sito un geoportale che ha raccolto tutti i vincoli paesaggistici, idrogeologici, la cartografia di base, etc...

Quindi abbiamo anche dell'ottimo materiale per partire. Quello che sembra mancare è la volontà di coinvolgere, di amministrare non solo per ma anche con i pattadesi, ai quali deve essere chiesta la responsabilità di esserlo fino in fondo, con generosità; se - come noi - vogliono fermare il declino di questo paese prima che diventi inarrestabile. Un'ultima domanda: come sono i rapporti con la minoranza?

Ottimi!

Grazie, signor Sindaco.