Prigioniera in Iran di Roxana Saberi

30.09.2023

Pochi giorni fa è ricorso l'anniversario della morte di Mahsa Amini, la diciannovenne iraniana morta dopo essere stata arrestata per non aver indossato correttamente il velo. Da quel giorno è ripartita in Iran una forte protesta con donne in piazza senza velo e oppositori al regime a chiedere libertà e rispetto dei diritti umani assenti in quel paese. Prigioniera in Iran è la storia autobiografica dell'arresto, detenzione e processo nel 2009 della giornalista irano-americana Roxana Saberi. nata e vissuta negli Stati Uniti si era trasferita in Iran nel 2003 per lavoro; fare dei reportage e scrivere un libro sull'Iran. All'epoca dei fatti, quindi, viveva già da sei anni a Teheran dove lavorava tranquillamente e viveva bene. Improvvisamente, nel gennaio 2009, viene arrestata e portata nel carcere di massima sicurezza di Evin con l'accusa di spionaggio. Per diversi giorni Roxana è completamente tagliata fuori dal mondo: niente visite, niente telefonate, nessuno sa dove sia finita. Dopo un processo lampo a porte chiuse, viene condannata a otto anni di reclusione da scontare ad Evin. Nel maggio del 2009, in seguito alle pressioni internazionali, in particolare di Amnesty International e Human Rights Watch, la pena viene sospesa in appello e Roxana viene rilasciata. Il libro ripercorre l'odissea di quei mesi, da gennaio a maggio, con lucidità e coraggio. La sua storia incrocia la storia di altri detenuti: studenti, attivisti, accademici perseguitati dal regime. Racconta con coraggio e verità lo sconforto, la paura, le bugie, le intimidazioni, la manipolazione, le confessioni estorte. Non avendo, in carcere, materiale per scrivere, fissa nella sua mente i dialoghi con gli altri detenuti e li riporta poi pari pari nel libro. Si tratta di un libro duro che suscita sentimenti di orrore e di angoscia mentre matura la consapevolezza che nulla è cambiato, dal momento del suo arresta ad oggi, nei confronti delle donne e degli oppositori al regime. L'Epilogo contiene le considerazioni personali dell'autrice su quanto è venuta a conoscenza dopo il suo rilascio, e cioè di ciò che accadeva nella carceri iraniane e che gli attivisti per i diritti umani definiscono "un misto di intimidazione e manipolazione che ho vissuto: tortura bianca"; un tortura che non lascia segni fisici ma che devasta la mente e la coscienza.

Francesca Sini