Prove di unità a sinistra

A Sassari si incontrano alcune sigle della sinistra sarda per confrontarsi sul Piano Nazionale di Resistenza e Reslienza (PNRR). Criticata la maggioranza regionale che ha presentato 186 progetti privi di una visione strategica e inadatti a far compiere alla nostra Isola una signficativa inversione di tendenza al declino. Nel comuicato stampa conclusivo si sottolinea come la riunione costituisca il primo passo verso una più solida aggregazione delle forse politiche e delle associazioni che si riferiscono al centro sinistra sardo. Resta qualche distinguo. Il dibattito, coordinato dal giornalista della Nuova Sardegna Giovanni Bua, è stato organizzato da Demos (Democrazia Solidale). Hanno partecipato i tre sindacati confederali e i rappresentanti di ANCI Sardegna e del Consiglio delle Autonomie Locali (CAL).
È stata la sala Piazza d'Italia del Vialetto a ospitare l'incontro di 11 sigle politiche per dibattere su proposte alternative a quelle della Giunta regionale da inserire nel PNRR per utilizzare parte dei fondi messi a disposizione dall'Unione Europea col piano Next Generation EU per complessivi 198 miliardi di euro, di cui il 40% destinati al Mezzogiorno.
Nel dibattito sono intervenuti - nell'ordine - i rappresentanti del Centro Democratico (Alessio Marotto), del PD (Gianfranco Ganau), di Demos (Mario Arca), di Futuro Comune (Pierlugi Salis), di Italia in Comune (Piero Marteddu), del Movimento Cinque Stelle (Desiré Manca), dei Progressisti (Massimo Zedda), dei Rossomori (Lucia Chessa), di Sinistra Italiana (Filippo Isgrò), del PSI (Mondino Ibba).
Successivamente hanno parlato i segretari regionali della CISL (Gavino Contu), della CGIL (Samuele Piddiu) e della UIL (Francesca Ticca).
Presenti anche alcune associazioni, per le quali sono intervenuti Mariano Brianda (Siamo tutti importanti) e Mario Bruno (Comitato Sanità Sicura). E, ancora, Emiliano Deiana presidente di ANCI Sardegna e Andrea Soddu, presidente del CAL.
Nel comunicato finale, sottoscritto da tutti i partecipanti, si fa una sintesi dei lavori: «I 187 progetti presentati dalla Giunta regionale, che prevedono l'impegno di oltre 6,5 miliardi di euro appaiono del tutto scollegati dalla realtà, dispersivi, ininfluenti rispetto alla soluzione dei problemi dell'Isola in quanto privi di una visione di insieme, di un progetto per il futuro e, soprattutto, assemblati e presentati senza aver sviluppato alcuna forma di partecipazione e condivisione con i territori, i comuni, le forze sociali e il mondo associativo. Questa drammatica carenza progettuale e di visione è resa ancor più grave da una condizione di evidente inadeguatezza della "macchina" regionale, sempre più centralista e burocratizzata e da riforme inadeguate e dannose come quelle approvate in tema di Sanità, Enti locali e Piano Casa, quest'ultimi due peraltro già oggetto di pesanti rilievi del Governo in termini di costituzionalità e procedibilità.
Una Giunta regionale sorda ad ogni appello al dialogo, alle istanze delle forze sociali e produttive, delle comunità locali e dei Sindaci, attenta esclusivamente alle esigenze di potere della sua maggioranza e delle sue esigenze di consenso, sta portando la Sardegna all'isolamento e alla residualità, condannandola per i prossimi decenni alla condizione di "minorità" economica e politica e, cosa ancor più grave, privando i sardi del futuro».
Per concludere che «le forze politiche che sottoscrivono il presente comunicato, a valle dell'ampio e approfondito dibattito, che ha visto partecipare e contribuire i sindacati confederali, il mondo associativo, sindaci e amministratori locali, intendono avviare un tavolo permanente, aperto a tutti gli altri partiti e movimenti dell'opposizione in Sardegna, alle forze sociali, produttive, culturali, al mondo associativo, alle Università, articolato anche su basi tematiche, una proposta alternativa per il PNRR da sottoporre al Consiglio regionale e al Governo nazionale per riconoscere le priorità dell'isola dettate dal fatto acclarato che in Sardegna, come evidenziato dall'ISTAT, in oltre 130 target su 186 per lo sviluppo sostenibile si registrano forti ritardi e arretramenti rispetto ai 17 obiettivi dell'Agenda 2030».
Non è mancato qualche distinguo, ma l'appuntamento sassarese potrebbe essere la svolta attesa per un serio tentativo di riaggregare le forze della sinistra sarda.