Sapere, partecipare, impedire!

Parla uno dei cittadini interessati.
Gran brutta vicenda. Non era questa la vita da pensionato che immaginavo.
Dopo oltre quarant'anni passati in giro per l'Italia a misurarmi con le difficoltà tipiche delle Imprese, vivevo il mio definitivo rientro a Pattada con grande fiducia. Finalmente potevo dismettere l'armamentario che per quarant'anni è stato il mio pane quotidiano: niente più schermaglie con la Burocrazia; niente più confronti con gli Uffici comunali di mezza Italia; niente più enigmatiche delibere delle Autorità Garanti da interpretare. Niente più Avvocati!
Ero definitivamente tornato nella mia Comunità, quella che ti accompagna, ti forma e ti protegge. Quel luogo dove ti senti al sicuro. Sentivo anche di dover restituire qualcosa. Immaginavo che il molto tempo a disposizione da pensionato mi avrebbe permesso di dedicarmi a qualcosa di utile per Pattada.
Poi, negli ultimi giorni di febbraio, questa armonia si è spezzata. E' accaduto nel modo più assordante possibile: dal 20 febbraio alcune escavatrici hanno iniziato a lavorare a una distanza di pochi metri da casa per costruzione di una Stazione Radio Base alta quasi trentacinque metri.
Istintivamente, la prima cosa che mi è sembrato logico fare è stata quella di andare in Comune e incontrare il Sindaco. Non lo avevo sostenuto alle elezioni ma era pur sempre il Sindaco di Pattada. Era il mio Sindaco.
Il 24 febbraio affrontammo l'argomento. Non eravamo soli. Sollevai diversi dubbi sulla correttezza delle autorizzazioni a costruire l'antenna. Gli aspetti erano diversi.
Misi in risalto il fatto che sull'argomento era mancata totalmente l'informazione ai Cittadini. Nessuno era a conoscenza dell'opera finché non sono iniziati gli scavi. Per giorni gli scavi sono andati avanti senza che venisse esposto l'obbligatorio cartello di inizio lavori. Solo il 28 febbraio, dopo che ho inviato due PEC agli Uffici comunali, il cartello è stato esposto. Nulla sono riuscito a trovare esposto nell'Albo Pretorio. Lo stesso Sindaco mi disse di aver appreso solo qualche giorno prima cosa stesse accadendo.
Non ho comunque la percezione che, una volta conosciuto lo scempio che si andava compiendo a San Gavino, si fosse affannato per informare i Cittadini. Tutt'altro. Mi si disse che la vicenda era assolutamente in regola sotto ogni aspetto. Che era la pratica di un soggetto privato sulla quale il Sindaco non doveva entrare.
La costruzione di una antenna alta 35 metri a San Gavino trattata come il restauro di una facciata o la costruzione di un canile. Nessun'altra informazione venne data. Solo l'intervento di un Consigliere comunale ha permesso di avere qualche notizia in più.
Volendo, solo per un attimo, seguire il ragionamento del Sindaco sul fatto che si trattasse esclusivamente di un fatto «tra privati» sollevai garbatamente un altra obiezione: l'area dove si stava costruendo l'antenna era all'interno di un lotto compreso in una lottizzazione privata.
Domandai se fosse normale che il Comune di Pattada, rilasciasse una autorizzazione ad erigere l'antenna su un'area di 60 metri quadri, posta all'interno di un lotto di quasi 800 metri quadri con diverse proprietà che venivano in parte compromesse.
Ricevetti la risposta che tutte le autorizzazioni sono date «salvo diritti di terzi». Per la serie: che i privati si arrangino. Appunto, come si trattasse di un canile.
Espressi forti perplessità sulla opportunità di permettere un manufatto così impattante vicinissimo alla chiesa di San Gavino. Venni prontamente smentito: quella di San Gavino non è una chiesa.
Provai a rilanciare: il colle di San Gavino è un bene identitario. Tentativo prontamente stroncato: il colle di San Gavino non è un bene identitario; non a caso il progetto ha ottenuto tutte le autorizzazioni paesaggistiche e ambientali.
Solo dopo ho potuto scoprire (non in Comune) che il progetto era passato con la formula del silenzio-assenso. Tradotto, nessuno lo ha visto.
È stata sufficiente una superficiale ricerca su internet per capire che il colle di San Gavino è inserito nel Catalogo Generale dei beni culturali del Ministero dei Beni Culturali. È stato semplice rilevare che San Gavino è uno dei sette parchi delle rimembranze delle Province di Nuoro e Sassari istituito in memoria degli oltre cento pattadesi caduti durante la prima guerra mondiale.
Dopo questa serie di notizie che mettevano in discussione molte certezze coltivate nell'intera vita ho capito di trovarmi di fronte a una vicenda che non poteva essere affrontata con il solo dialogo. Ho dovuto lucidare nuovamente gli arnesi del mestiere: di nuovo Uffici comunali da fronteggiare; di nuovo Avvocati.
Nel mentre il Paese si è rivoltato contro. In meno di quattro giorni sono state raccolte più di trecentocinquanta firme su una Petizione che chiede all'Amministrazione e agli Uffici comunali di annullare l'autorizzazione alla posa dell'antenna. La raccolta continuerà ancora per alcuni giorni. A memoria mia, nella recente storia pattadese, una risposta civile così compatta e immediata non era mai accaduta: la Comunità vuole sapere, vuole partecipare e vuole impedire.
Pinuccio Deroma