Tornano le elezioni provinciali ma senza elettori

Con il Decreto del 31 luglio 2025, la Presidente della regione Todde ha indetto le elezioni del presidente della provincia e del consiglio provinciale (composto da 10 consiglieri) per le province di Nuoro, Oristano, Gallura, Ogliastra, Sulcis-Iglesiente e Medio Campidano. Nella stessa data saranno eletti anche i consigli delle Città metropolitane di Cagliari e di Sassari (composti da 14 consiglieri), i cui presidenti saranno i Sindaci metropolitani, Massimo Zedda e Giuseppe Mascia.
Si chiude, così, l'epoca dei Commissari, che durava dal 2013, cioè da quando Delrio e Renzi combinarono il pasticcio: il primo riformando le province in vista della loro abrogazione, e il secondo modificando la Costituzione per abrogarle. Gli italiani si espressero diversamente e, bocciando il referendum costituzionale mantennero in vita gli enti, che restarono depotenziati e privi di risorse, oltre che di un ruolo politico definito.
Nonostante una certa autonomia in materia, la Sardegna - i cui esponenti politici di tutte le parti propenderebbero per rimettere l'elezione degli organismi provinciali nelle mani dei cittadini - deve sottostare alla legge nazionale che prevede l'elezione di secondo grado, nella quale a votare saranno i componenti dei consigli comunali e i sindaci. I quali lo faranno con un voto ponderato, il cui peso sarà determinato dalla fascia di popolazione del comune di cui è consigliere. Il meccanismo è piuttosto complesso, ma - giusto per fare un esempio delle conseguenze - il voto del Sindaco o di un consigliere comunale di Sassari varrà circa 20 volte di più di quello del Sindaco o di un consigliere comunale di Pattada; ma il voto di questi ultimi avrà lo stesso valore di quello del Sindaco o di un consigliere di Nule che ha meno della metà degli abitanti ma è compreso nella stessa fascia (1000/3000 abitanti).
Se si aggiunge che i Consigli comunali, a causa dell'elezione diretta e dei premi di maggioranza, non rappresentano in modo uguale il voto di ogni elettore, si capisce quanto questo cervellotico meccanismo per formare gli organismi rappresentativi sia lontano da qualunque forma reale di democrazia.
La stessa ponderazione dei voti varrà per l'elezione dei Presidenti delle province normali, mentre ai Sindaci e ai consiglieri dei Comuni compresi nelle due Città metropolitane (come è il nostro) sarà negata anche questa scelta: per legge, a presiedere i consigli metropolitani saranno i Sindaci di Cagliari e di Sassari.
È ausicabile che il prima possibile il Parlamento metta fine a queste storture e ridia la parola a tutti i cittadini. Se ci sono correttivi da introdurre devono riguardare il peso dei capoluoghi: già quando esistevano le vecchie province ci si chiedeva perché mai dovesse esserci nel Consiglio provinciale un rappresentante del rione di Cappuccini per decidere sui problemi dell'area vasta.
L'elezione di secondo livello potrebbe essere ammessa, invece, per formare gli organismi delle Unioni dei Comuni, diventate ristretti Club di Sindaci. Lo stato in cui sono ridotte, senza personale e senza dibattito politico, produce gli effetti che chiunque può vedere.