Un anno al potere

Nel settembre 2022 la destra aveva ottenuto un chiaro mandato a governare, e in particolare lo aveva ottenuto Fratelli d'Italia. La Meloni era vista da un'ampia parte degli elettori come l'unica alternativa alla continuità, l'unica che non si era macchiata della partecipazione al governo Draghi (certamente l'enorme astensionismo e le mosse suicide degli avversari, che hanno agito come se la legge elettorale non influisse sul risultato, hanno dato un grosso contributo al successo della destra: andrebbe ricordato per i prossimi appuntamenti elettorali, regionali del prossimo febbraio in primis).
Dopo un anno, cosa resta? Quali sono i grandi successi o le politiche messe in atto? Niente rispetto alle promesse della campagna elettorale, quando la Giorgia versione opposizione urlava «togliete le accise della benzina» o quando farneticava di blocchi navali sul Mediterraneo. Ora Giorgia, in versione «Signor Presidente del Consiglio», osserva tacitamente la benzina sopra i 2€ senza batter ciglio e le coste del Sud accogliere un numero crescente di disperati dall'Africa. Un silenzio impotente di fronte a un'Europa sorda alla questione migratoria. Esattamente come tutti i governi precedenti. Ma con una differenza: gli alleati di questa destra, in Europa, sono proprio quelli (i sovranisti dell'Est, il gruppo di Visegrad) che con maggior forza si oppongono a qualsiasi soluzione condivisa al problema.
Ora arriverà la parte difficile. Perché la crescita economica è in calo e l'enorme aumento dei prezzi degli ultimi 24 mesi ha messo in ginocchio la cittadinanza. La Meloni ha fatto orecchie da mercante. Un italiano su 10 vive in povertà assoluta e uno su 4 è a rischio di finirci; le diseguaglianze, che già prima e-rano enormi, dopo la pandemia sono aumentate ancora (secondo Oxfam il 5% più ricco degli italiani possiede la stessa ricchezza dell'80% più povero). Siamo tutti d'accordo che questi dati non possono essere responsabilità diretta dell'attuale governo. che, per ora, non ha messo in campo alcuno strumento per cambiare la situazione.
Anzi, ha fatto il contrario. Prima inaugurando la lotta ai poveri con l'abolizione del Reddito di Cittadinanza (che aveva fallito lo scopo di creare posti lavoro, ma restava uno strumento utile nella lotta alla povertà assoluta e allo sfruttamento), poi rifiutando le pur tiepide proposte di introduzione di un salario minimo (siamo l'unico paese europeo in cui i salari, negli ultimi 30 anni, sono diminuiti), infine promuovendo visioni regressive del fisco come la flat tax (che limiterà ulteriormente la capacità dello Stato di spendere per istruzione, sanità e welfare, a danno delle fasce più deboli della popolazione e favorendo, ancora, l'allargamento delle diseguaglianze).
Dunque, niente di memorabile. Un po' di folclore e qualche scandalo. Il pugno duro da esibire, ordine e disciplina. Con l'inutilissimo Decreto-Rave, o con la gloriosa messinscena di Caivano: 400 militari mandati in favore di telecamera a dimostrare la presenza dello Stato in luoghi dove evidentemente lo stato non c'è (ma i tg hanno potuto sbandierare l'esito della missione, il sequestro di un pericolosissimo arsenale di coltellini e mazze da baseball, più qualche grammo di coca. Non c'è che dire, un enorme successo!), o ancora con la proposta di carcere per i minorenni o per i genitori che non mandano i figli alla scuola dell'obbligo o la crociata sulla maternità surrogata, elevata a reato universale (è da capire cosa sia, nel concreto, il reato universale). E nel mezzo lo scandalo Santanché, con un Ministro accusato di truffa ai danni dello Stato. Troppo anche per un paese come l'Italia! (gm)