Un paese come il nostro

Guardare ad altre realtà simili a quella in cui viviamo può far nascere idee e stimolare nuove esperienze, che ovviamente devono essere adattate alle specifiche condizioni di ogni luogo.
Facciamo che parliamo di un paese. Un piccolo paese di montagna. Che sfiora i tremila abitanti. Che negli anni '50 vantava una popolazione di oltre cinquemila anime. Che dista una settantina di chilometri dal mare e dal turismo di massa. Che possiede un'enorme ricchezza paesaggistico-naturalistica. Ecco, parlando di un paese così ci sembrerebbe di parlare di Pattada.
Se invece andassimo avanti nella storia, e cioè provassimo ad approfondire le azioni e le reazioni messe in campo per contrastare la crisi senza fine che attanaglia il piccolo paese, allora ci renderemmo subito conto che non si sta parlando del nostro. Ed infatti si sta parlando di un piccolo paese lontano: Biccari, un piccolo centro del foggiano, in Puglia.
Il piccolo comune di Biccari, come tutte le zone interne, ha vissuto una crisi demografica devastante, passando dai 5466 abitanti del 1951 ai 2681 di oggi. Una crisi dettata dai modelli di sviluppo che nel Novecento hanno portato, in tutto il mondo industrializzato, all'abbandono delle campagne, alla desertificazione delle zone interne a favore delle città. E qui si potrebbe tornare al solito problema dei problemi: il 70% del territorio italiano fa capo ai piccoli comuni sotto i 5000 abitanti, che però sono sempre più marginalizzati nella rappresentanza politica a tutti i livelli: ne consegue l'abbandono delle problematiche legate a enormi zone di territorio. Come che la crisi di enormi aree nazionali non sia un problema che riguarda tutti, e non ostante la terra ogni tanto provi a rinfrescarci la memoria mostrando catastroficamente quanto abbia bisogno di una cura continua.
Ad acuire il problema delle zone interne, che, come già detto, ha coinvolto e coinvolge tutto il mondo, si deve aggiungere la peculiare situazione del Mezzogiorno d'Italia e la ultracentenaria questione meridionale. Un'arretratezza presentata come naturale e che invece è strutturale. Il frutto della cattiva gestione politica post-unitaria e la perdurante volontà di mantenere in atto le situazioni che conservano ed accrescono la distanza economica e sociale fra Nord e Sud.
Biccari però, diversamente dal nostro paese e dalla maggioranza dei paesi che ci circondano, è un modello virtuoso, che ha attirato l'attenzione su di sé per la moltitudine di azioni messe in campo per contrastare la crisi (sociale, economica, demografica...) e per provare a creare un nuovo sviluppo sostenibile.
Innanzitutto con la creazione di una cooperativa di comunità (Cooperativa di Comunità Biccari), un progetto basato sulla condivisione, in cui i cittadini-soci identificano i bisogni della cittadinanza, e con le risorse disponibili sul territorio elaborano idee e risposte per farvi fronte. La cooperativa si pone il compito di produrre beni e servizi che incidano stabilmente sulla qualità della vita sociale ed economica della comunità. Della C.C.B. fanno parte circa 200 abitanti che si impegnano attraverso il recupero di beni pubblici inutilizzati o poco valorizzati, a creare alleanze sul territorio e recuperare il patrimonio culturale.
L'idea è lo sviluppo del territorio attraverso una strategia che punta sul turismo lento, sull'accoglienza e sulla valorizzazione e il sostegno alle attività locali, tra cui la cooperativa di comunità, ma anche tante piccole strutture ricettive e ricreative private.
I risultati sono già visibili, con un enorme ampliamento dell'offerta turistica del territorio e l'aumento dei numeri delle presenze (soprattutto nella particolare e-state 2020).
Nel territorio comunale, sui monti Dauni, è stato creato un grande parco in cui vivere la Natura, nel quale si possono trovare percorsi di trekking e percorsi acrobatici, un bosco didattico (un interessante alternativa alle lezioni in classe, almeno nei periodi dell'anno in cui il clima è più mite), Bed & Tree, campeggi, Bubble room, Mountain bike, eventi di orienteering e di tiro con l'arco.
Biccari è poi entrato a far parte di circuiti che hanno aiutato a far fronte alla crisi mettendo a disposizione strumenti e competenze necessari e condivisi. Il circuito dei Borghi Autentici d'Italia e quello di Piccoli Comuni del Welcome, che si occupa di riunire tutti i comuni che fanno proprio un manifesto volto all'accoglienza dei migranti, degli esclusi e di tutti quelli che hanno bisogno di riabilitarsi, tramite la ricerca dei cospicui fondi disponibili. Fondi nazionali e comunitari contro l'indigenza e per l'inclusione sociale, fondi del Ministero dell'Interno per le politiche di asilo. Una rete di piccoli comuni «moderni, solidali e sostenibili» (per citare il Corriere della sera), che ha raggiunto la consapevolezza che se si vuole resistere alla desertificazione umana dei territori, bisogna far sì che i paesi siano accoglienti. Per i turisti, certo, ma anche per chi non ha trovato l'opportunità cercata nelle città, per chi ha bisogno di una comunità più piccola e coesa rispetto ai grandi centri, e per i migranti (perché è sempre più chiaro che l'accoglienza dei migranti si gestisce meglio nei territori che nelle prefetture).
E non finisce qui. Perché l'amministra-zione biccarese, guidata da un sindaco poco più che trentenne, ha elaborato un progetto sperimentale di politiche giovanili con contributi, agevolazioni, collaborazioni e misure per favorire la formazione, la cultura e l'imprenditorialità dei ragazzi del piccolo comune: la Zona Economica Giovanile. Le azioni messe in campo in questo progetto nel biennio 2020/21 comprendono: la concessione agevolata di locali, terreni ed aree comunali per attività imprenditoriali e sociali; l'apertura di una Residenza giovanile (a disposizione per l'ospitalità gratuita per studio, dottorati, ricerche, attività promozionali, smart working e residenze artistiche); contributi per gli studenti pendolari (più studi, meno paghi); l'istituzione di un weekend del Rientro, in cui il comune paga le spese di viaggio degli studenti fuori sede per partecipare ad un concorso di idee; borse di studio per gli studenti che fanno una tesi di laurea su temi specifici come l'economia civile e lo sviluppo delle zone interne, o sui Monti Dauni, Capitanata e il Mezzogiorno; una sede operativa per giovani ed Europa, Erasmus, Servizio Civile; la consulenza gratuita per giovani biccaresi con esperti di finanziamenti comunitari, statali e regionali riguardo imprenditoria, agricoltura e terzo settore.
L'esempio di un piccolo paese come Biccari, della sua vitalità e attività, deve servirci a mettere da parte una rassegnazione che è ben radicata nei nostri atteggiamenti, per quanto a parole cerchiamo di nasconderla.
Giacomo Multinu