Una impietosa analisi del voto

13.11.2020

Il voto espresso dai pattadesi ha riconfermato il sindaco uscente Angelo Sini alla guida dell'Amministrazione Comunale con una cifra elettorale che supera quella del suo competitore di ben 333 voti. Si tratta di una dimensione veramente ragguardevole, che induce a una serie di considerazioni rese evidenti dall'entità della differenza del consenso raccolto dalle due liste.

Sarà opportuno partire dall'esame delle condizioni al contorno, come dicono i matematici, e cioè dalle condizioni in essere all'inizio della campagna elettorale, quando tutti i competitori erano ancora al palo. La lista organizzata dal PD aveva perso le precedenti elezioni (2015) per 249 voti, realizzando il record assoluto della dimensione delle sconfitte nella storia della sinistra pattadese; un'analisi superficiale della sconfitta non aveva consentito ai dirigenti del PD di comprendere le ragioni di una simile catastrofe.

Si trovavano, dunque, nelle condizioni di dover recuperare i quasi 250 voti per cui hanno perso le elezioni del 2015 e, quindi, nella necessità di coinvolgere forze nuove e consolidare o recuperare quelle storicamente vicine al centro sinistra.

Apparentemente, però, non hanno seguito questa strada; hanno allontanato persone che da sempre apportavano un importante contributo di voti alle liste del centrosinistra pattadese e non sono stati in grado di portare motivazioni e proposte convincenti per coinvolgere nel progetto la sinistra di Pattada. Per rendere possibile il necessario recupero del consenso sarebbe stato opportuno mettere a punto una proposta politica che, partendo da una attenta analisi della situazione locale, potesse produrre un progetto contenente serie proposte da cui dedurre le strategie necessarie a risolvere i problemi individuati. Tutto ciò, che rappresenta la dotazione minima per porgere una offerta attraente alla popolazione pattadese, non era presente nella pro-posta confezionata né si è appalesato durante la campagna elettorale. A questo punto sarebbe stato necessario un leader carismatico, una persona che i pattadesi di sinistra avessero potuto riconoscere come portatore delle istanze fondamentali di una sinistra moderna, di cui non sfugge la necessità ormai urgente; un uomo o una donna che avessero potuto rappresentare quel valore aggiunto che avrebbe consentito il recupero, magari anche solo parziale, dei consensi smarriti nel 2015. Renzo Canalis, generosamente sceso nell'agone, non ha avuto questo ruolo.

Nonostante una lista composta prevalentemente da giovani portatori di un sano entusiasmo, i quali hanno raccolto con onestà e impegno il loro consenso, la competizione elettorale ha marcato la perdita di quasi altri cento voti, portando la cifra elettorale, come già detto, a meno 333 voti, e questo nonostante la lista antagonista presentasse due candidati in meno.

Angelo Sini ha ripresentato la stessa squadra del 2015 ma (con i due candidati in meno) mettendosi, almeno nella raccolta del consenso, in una posizione di svantaggio. Le modifiche nella composizione della lista sono state minimali e, comunque, i candidati che, per ragioni personali (così hanno dichiarato) non hanno potuto garantire l'impegno per un ulteriore mandato, hanno dichiarato e manifestato la loro solidarietà alla nuova lista e il loro apporto perché conseguisse il risultato proposto. Nonostante, dunque, la condizione svantaggiosa e nonostante non potesse accreditarsi di un mandato amministrativo in cui siano state prodotte mirabilie, ma documentando con onestà e senza enfasi i risultati raggiunti, Angelo Sini ha ottenuto una vittoria schiacciante, anch'essa acquisita senza trionfalismi o sprezzo dell'avversario.

Alla luce di questa situazione, da queste stesse pagine, ci siamo chiesti: Ha vinto la maggioranza o ha perso la minoranza? La risposta non necessita di essere rimandata ai posteri.

La cosa più importante che emerge da un quadro siffatto è che, probabilmente, gli elettori pattadesi non vedono dietro l'attuale PD un organismo politico che si ispira agli ideali della sinistra, e capace di produrre serie e credibili proposte dopo attente, profonde e partecipate analisi, e non inventando giorno dopo giorno una quotidiana, e sterile, prassi amministrativa.

Emilio Fenu