Verso il deserto demografico

18.12.2021

Tra i fenomeni sociali negativi, e più preoccupanti per il futuro delle popolazioni della Sardegna, c'è sicuramente quello riguardante il continuo declino demografico.

Soprattutto nell'entroterra sardo la popolazione invecchia e i giovani vanno via: un impoverimento in numero assoluto, accompagnato da un declino economico sempre più preoccupante: se nel 1961 la popolazione dei comuni dell'interno dell'isola era pari al 47% del totale regionale, nel 2020 essa è scesa al 33% e di questo passo potrebbe scendere al 29,7% nel 2050. Lo rileva la CNA in un report sul fenomeno dello spopolamento. Il calo demografico dei comuni dell'interno è arrivato, nel 2020, a più di 137 mila persone (-21%), mentre la crescita della popolazione della fascia costiera cresce di 303 mila persone (+40%).

Sempre secondo lo stesso report della CNA, in soli sette anni sono andati perduti oltre 230 milioni di euro (valutati ai prezzi del 2019) di reddito annuo dei residenti dei paesi dell'entroterra sardo. In pratica tra 2012 e 2019 il reddito complessivo è diminuito del -4,2% per i comuni dell'interno, mentre si è ridotto molto meno nella fascia costiera (-1,8%).

Di fronte a questa situazione la Giunta regionale ha previsto importanti interventi finanziari con l'ultima legge di bilancio, che si pongono l'obiettivo della lotta allo spopolamento. Quaranta milioni per la progettazione dei Comuni, bonus nascita con contributo fino a 600 euro mensili fino al quinto anno di età per i bambini che risiedono nei Comuni sotto i 3mila abitanti, incentivi per far nascere nuove attività nei centri a rischio spopolamento, mantenimento delle agevolazioni fiscali esistenti e rifinanziamento delle misure sul lavoro: sono questi i punti salienti della manovra La manovra stanzia le risorse a favore dei nuclei familiari che risiedono o trasferiscono la residenza nei Comuni oggetto di agevolazione (sotto i 3mila abitanti) per ogni figlio nato dal 2022 in avanti, adottato o in affido pre adottivo fino al compimento del quinto anno di età. Inoltre ci sarà un contributo a fondo perduto fino a 15 mila euro per la ristrutturazione della prima casa destinato a chi risiede o trasferisce la residenza nei comuni al di sotto dei tremila abitanti. L'aiuto della Regione non sarà rivolto solo alle famiglie, ma anche a coloro che intenderanno provare a fare impresa: previsto infatti un incentivo per chi deciderà di aprire un'attività nei territori più deboli. Si tratta di un contributo fino a 20 mila euro (15 mila per una nuova apertura, che possono diventare fino a 20 mila in caso di nuove assunzioni).

Nello stesso tempo il Gruppo dei Progressisti ha previsto un fondo regionale da 40 milioni di euro per combattere lo spopolamento nei comuni montani. È quanto prevede una proposta di legge che punta a riconoscere le specificità delle aree montane, a promuoverne lo sviluppo sociale ed economico per ridurre le sperequazioni e le disuguaglianze.

La stessa proposta di legge punta, soprattutto, a individuare i livelli essenziali dei servizi pubblici per garantire la residenzialità, con riferimento a quelli sanitari e socioassistenziali, a quelli dell'istruzione e della formazione, a quelli del trasporto pubblico locale e legati alla diffusione di internet e della banda larga, a rendere strutturali e duraturi i provvedimenti previsti.

Gianni Tola